ABITAZIONI ULTRA-QUARANTENNI: PROROGATA DETRAZIONE PER LE RISTRUTTURAZIONI

In Italia, il 55,4% delle abitazioni ha più di 40 anni.

La situazione peggiora nelle città, in cui si ha una percentuale pari al 76,2%. Secondo una stima del CRESME, il dato è destinato a salire nei prossimi anni.

Importante però si è rivelato il maxi-sconto del 50% sugli interventi di recupero del patrimonio edilizio, partito nel 2012 ed ora fortunatamente ulteriormente prorogato dalla Legge di Stabilità per tutto il 2014.

 

 

 

 

Manutenzione, ristrutturazione, restauro e risanamento conservativo, ma anche interventi per prevenire furti e aggressioni, eliminare barriere architettoniche, evitare infortuni domestici, contenere l’inquinamento acustico, cablare gli edifici, ottenere un risparmio energetico, adottare misure di sicurezza statica e antisismica o ripristinare un immobile danneggiato dalle calamità e dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza: la casistica dei lavori agevolati è ampia, e l’Agenzia delle Entrate ha recentemente precisato che fra questi rientra anche la demolizione con ricostruzione di un edificio di uguale sagoma su un’area di sedime diversa da quella iniziale, purché lo spostamento sia «di lieve entità».

 

Attenzione, però: bisogna sottolineare l’eccezionalità di un premio così alto (50%), che nel 2015 scenderà al 40% per poi tornare al regime del 36% dal 1° gennaio 2016.

Bisogna tener presente che la detrazione si determina secondo il principio di cassa per le spese sostenute in ciascun anno, e non è perciò importante la data in cui vengono eseguiti i lavori o rilasciata la fattura, ma solo quella in cui si effettua il pagamento attraverso il bonifico bancario o postale dedicato.

 

La proroga ha inciso anche sul limite massimo di spesa agevolabile per ogni singola unità immobiliare, che rimarrà di 96mila euro fino alla fine del 2015 e passerà poi agli ordinari 48mila dal 2016. Ciò significa che l’importo massimo detraibile sarà di 48mila euro per le spese sostenute entro il 2014 (50% di 96mila), di 38.400 euro per quelle nel 2015 (40% di 96mila) e di 17.280 euro dal 2016 (36% di 48mila). Un tetto massimo “ideale”, beninteso, perché ognuno dovrà fare i conti con il proprio reddito e la propria capienza fiscale per poter accogliere tutta la detrazione. Il 50% di quanto speso, nel limite consentito, verrà ripartito in dieci quote annuali di pari importo, ma l’incentivo non potrà superare l’IRPEF dovuta: il calcolo è dunque ancor più opportuno quando si portano in detrazione altre somme, dalle spese sanitarie agli interessi sul mutuo, che già abbassano l’imposta. Se, nel corso dei dieci anni su cui si spalma l’agevolazione, in un determinato esercizio il decimo di quota da detrarre supera l’IRPEF da pagare, la parte in eccesso non può essere rimborsata né rinviata, e va persa.