BASSIANO: IL BORGO SOLIDALE E IL PROGETTO UTOPIA

E’ possibile che un’utopia, cioè un non luogo, un’isola felice, qualcosa che non c’è ma che si brama di realizzare, possa divenire realtà? Sembra proprio di sì, almeno a vedere quanto hanno realizzato i soci della cooperativa sociale Utopia 2000 di Bassiano, nata nel 1999. Dodici anni di attività raccontati durante i lavori del convegno svoltosi a Bassiano lo scorso 26 marzo, presso un affollatissimo Auditorium comunale. Titolo del convegno “Bassiano: il Borgo solidale e il Progetto Utopia – Integrazione, legalità, ambiente e cultura per nuovi scenari economici e prospettive occupazionali – Un modello applicabile ad altre realtà comprensoriali”. L’utopia resa realtà è l’aver aperto e gestito in un piccolo paese dei monti Lepini, Bassiano appunto, una casa famiglia per minori a rischio, riuscendo ad integrare i nuovi arrivati con la popolazione locale. Non solo. L’arrivo di alcuni bambini ha scongiurato la chiusura di due scuole. Del resto, i numerosi intervenuti al convegno hanno sottolineato l’immenso valore sociale, culturale ed economico della casa famiglia.

A cominciare dal sindaco di Bassiano, Costantino Cacciotti, che ha rilevato l’importanza del Terzo settore come spinta culturale. Daniele Nardi, alpinista dell’associazione Mountain Freedom, ha raccontato delle sue arrampicate sulle vette più alte del mondo, come metafora del riuscire a farcela. Così, anche i ragazzi e le ragazze della casa famiglia, grazie all’aiuto degli operatori, riescono a scalare le enormi difficoltà che la vita ha loro riservato. “La responsabilità, ha affermato Nardi, è la capacità dell’uomo a dare risposte. Ogni utopia comporta responsabilità”. Sul concetto di comunità e di utopia si è soffermato Giuseppe D’Acunto, docente di Filosofia all’università La Sapienza di Roma. La comunità è un insieme di persone unite da un vincolo di obbligazione, di debito e non dalla proprietà. L’utopia, sempre secondo D’Acunto, non è un luogo ideale ma teorico, utile alla costruzione dell’identità. Ed è proprio l’utopia il filo che tiene insieme la comunità. Ad illustrare il Progetto Utopia nel sistema territoriale di Bassiano è stato il presidente della cooperativa, Massimiliano Porcelli, che ha iniziato il suo intervento con il ricordo del compianto Gino Valente, responsabile della Legacoop Latina, scomparso a gennaio scorso. Porcelli lancia una sfida, che molti sostengono già vinta. Cioè se sia possibile replicare altrove il modello Bassiano. Del resto, da varie città del Paese, Cosenza tanto per citarne una, è arrivata la richiesta di conoscere il progetto Utopia. Alessandro Grossi, psicologo, ha sottolineato l’importanza dell’intervento terapeutico nel recupero e fondamento dell’autostima degli ospiti della casa famiglia. Autostima che, unita alle esperienze di studio, lavoro e relazione, contribuisce ad una integrazione concreta.  Il vice sindaco di Bassiano, Bruno Palombo, ha ripercorso la storia della comunità bassianese, citando Tommaso Moro e Aldo Manuzio per la comprensione del termine utopia. A sottolineare il ruolo della politica e delle istituzioni è stato l’ex sindaco di Bassiano e consigliere provinciale, Domenico Guidi. L’idea della cooperativa come idea generante, di ricostruzione di percorsi di vita di persone sfortunate, è stata messa in risalto dal presidente Legacoop Lazio, Stefano Venditti, che ha anche sottolineato il ruolo fondamentale dei cittadini e amministratori di Bassiano. Costruire un’occasione, come scalare una parete rocciosa, è ciò che ha fatto la cooperativa Utopia 2000. “La comunità è l’impresa del futuro, afferma Venditti, un valore economico e sociale che propone un nuovo modello di lavoro. Un’utopia, appunto”. Sugli aspetti legali si è soffermato Franco Bianchi, presidente T.A.R. del Piemonte sede di Torino, il quale ha rivelato che solo dal 1990 è partita la legislazione nazionale in materia di casa famiglia e che ancora oggi esistono incertezze e vuoti normativi. Spente le luci dell’Auditorium, è stato proiettato un video realizzato da e con gli ospiti della casa famiglia, insieme agli operatori. Un video che ha mostrato scene di vita quotidiana, incorniciate da volti, sorrisi e sguardi indimenticabili. Matteo Trombin, socio della cooperativa Utopia 2000 ha raccontato la sua esperienza umana e professionale ed ha mostrato il logo della manifestazione culturale e musicale “Le notti dell’Utopia” che si terrà tra luglio ed agosto prossimi. E’ stata poi la volta del portavoce regionale del Forum Terzo Settore Lazio, Gianni Palumbo, il quale ha fornito una impietosa  fotografia della provincia di Latina rispetto alle altre del Lazio, in merito alla qualità della vita e alla qualità ambientale. La provincia pontina si piazza all’ultimo posto. Di impresa sociale ha parlato Emiliano Scinicariello, presidente della Legacoop Latina, rilevando che l’impresa sociale cooperativa lavora, produce e non pietisce. Per questo sono un passo più avanti della politica. Politica che si dovrebbe occupare delle priorità, ordinarle e capire i fabbisogni, invece di distribuire le risorse in maniera clientelare. “La politica, conclude Scinicariello, deve capire di cosa si sta parlando ed agire di conseguenza”. Il preside dell’Istituto Comprensivo Sezze e Bassiano, Enzo Mercuri, ha messo in evidenza il valore sociale e culturale dell’integrazione scolastica dei minori della casa famiglia. Valore che arricchisce anche i giovani del paese. Ha ricordato inoltre la mancata chiusura di due scuole a Bassiano per mancanza di alunni, grazie all’ iscrizione di ragazzi della comunità. Ha chiuso il lavori Sergio Tresca, docente di Sezze, il quale, supportato da due brillanti allievi, ha illustrato l’importanza di rivalutare le specificità locali attraverso la ricerca. In particolare, sulla coltivazione del lupino, prodotto dalle mille proprietà benefiche per la salute, che potrebbe dare lavoro e rendere più specifico il territorio.

Mariarita Celletti