COMUNE DI ROMA: APPROVATO IL PRIMO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEI BENI SEQUESTRATI ALLE MAFIE

L’Assemblea capitolina ha approvato giovedì 21 giugno il primo Regolamento per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata sul territorio di Roma. Con il Regolamento, per la prima volta nella storia della città, si promuovono la valorizzazione e il riutilizzo di questi beni a beneficio della collettività. L’obiettivo è quello di farli divenire uno strumento di promozione e rafforzamento della cultura della legalità e della solidarietà, favorendo l’inserimento sociale e il lavoro.
Le principali proposte presentate dalla Rete dei Numeri Pari, a cui aderisce anche Legacoopsociali Lazio, sono state accolte, consentendo di migliorare il testo su alcuni punti decisivi, fatta eccezione per alcuni su cui vi è l’impegno ad un lavoro di confronto.
Si restringono, per esempio, le possibilità lucrative sui beni confiscati, ampliando le possibilità di utilizzo sociale anche all’accoglienza territoriale integrata di persone con status di rifugiato e richiedenti asilo. Si amplia la possibilità di partecipazione al bando per tutti i soggetti sociali, eliminando i passaggi penalizzanti per quelle realtà che possano aver avuto contenziosi con l’amministrazione. Sono migliorati gli impegni di trasparenza e monitoraggio del riutilizzo dei beni e, ancora, si estendono le durate delle concessioni fino a 12 anni di affidamento possibili.
Non si è invece raggiunto un pieno accordo sulla richiesta di una consulta cittadina sui beni confiscati alle mafie, su cui rimane l’impegno a un confronto aperto con l’amministrazione per la definizione di uno strumento efficace e inclusivo di partecipazione che consenta ad associazioni, reti e movimenti di contribuire attivamente ad un percorso così importante di antimafia collettiva.
Durante il dibattito in aula Giulio Cesare sono stati anche invitati ad intervenire due rappresentanti della Rete dei Numeri Pari, Giuseppe De Marzo di Libera e Margherita Grazioli dei movimenti per il Diritto all’Abitare.
Margherita Grazioli e Giuseppe De Marzo, a nome delle decine di realtà sociali giornalmente impegnate nel contrasto alle mafie ed alle disuguaglianze, hanno ricordato come la precondizione per sconfiggere le mafie sia la giustizia sociale. Hanno denunciato come a causa dell’aumento senza precedenti della povertà e delle disuguaglianze le mafie siano oggi molto più forti. I tagli alle politiche sociali, portati avanti dai governi nazionali e locali in questi anni, la chiusura di molti servizi sociali, l’assenza di una misura di sostegno al reddito, l’assenza di politiche attive sul lavoro, l’aumento senza precedenti della precarietà, l’emergenza abitativa, rafforzano il potere di penetrazione economica, sociale e culturale delle mafie nei territori. Le mafie sfruttano i bisogni e diventano forti quando la democrazia è debole. La Direzione distrettuale antimafia parla infatti di 94 clan attivi nella Capitale e di 100 piazze dello spaccio. Il “welfare sostitutivo” delle mafie è la risposta all’assenza di politiche sociali all’altezza della sfida.
I beni sequestrati alle mafie, soprattutto immobili, saranno affidati, tra l’altro, a enti senza fine di lucro, realtà che combattono la mafia, associazioni, organizzazioni di volontariato, centri di recupero e assistenza. Potranno inoltre essere destinati a uso abitativo nell’ambito dell’Edilizia Residenziale Pubblica e per fronteggiare l’emergenza abitativa.
La lista dei beni confiscati sarà pubblicata sul sito del Comune con mappa e ubicazione. Su questi immobili sarà sempre apposta una targa con la scritta “Bene confiscato alla criminalità organizzata – Patrimonio di Roma Capitale”.