FONTANA DI TREVI, FLASH MOB DELLE CASE FAMIGLIA DI ROMA

Cooperative e associazioni hanno organizzato oggi, alle 15, un flash mob di fronte la Fontana Di Trevi e hanno gettato le chiavi della casa famiglia al posto di una monetina come simbolo del desiderio di continuare a restare aperte e di “ritornare” ad una Roma più accogliente, in grado di prendersi cura dei suoi cittadini più deboli.

Con questo gesto, le case famiglia di Roma oggi hanno chiesto al Sindaco, al Consiglio e alla Giunta Comunale – in vista dell’imminente approvazione del bilancio – di riservare particolare attenzione al destino delle proprie strutture. Incombente il rischio di non poter più dare l’accoglienza agli oltre 1500 minori ed ai 380 disabili, attualmente residenti nelle case famiglia della Capitale.

Casa al Plurale, il Coordinamento Nazionale Comunità per Minori del Lazio, il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza regionale, Federsolidarietà, Legacoop Lazio, AGCI Solidarietà, Movimento Social Pride, Movimento Diamoci una Mano,  Coordinamento Romano Affido hanno sottoscritto tutte insieme un appello, affinché il budget per il sociale, all’interno del bilancio 2014 e degli anni successivi, non solo non venga tagliato  ma possa essere aumentato per rispondere alle crescenti emergenze sociali.

“Le buone politiche sociali debbono diventare sempre più una delle caratteristiche distintive della nostra città. Auspichiamo che Roma possa essere identificata come capitale sociale d’Italia. Per questo è necessario che il bilancio che dovrà essere approvato, non solo non preveda tagli alle politiche sociali, ma addirittura ne riconosca il ruolo centrale per lo sviluppo- ha dichiarato Pino Bongiorno, presidente Legacoop Sociali Lazio-. La ripresa economica deve avere come necessario presupposto la coesione sociale e il benessere dei cittadini. In particolare credo che maggiore attenzione vada data al problema delle Case famiglia. Questo servizio d’eccellenza della Capitale rischia di venire soppresso. Gli enti gestori da anni denunciano l’inadeguatezza dei finanziamenti e il conseguente rischio di non poter più dare l’accoglienza agli oltre 1500 minori ed ai 380 disabili, attualmente residenti nelle case famiglia della Capitale. La manifestazione di oggi tende a rompere l’indifferenza attorno a tali temi e a porre l’attenzione delle istituzioni su questo tema da cui dipende il livello di civiltà dalla nostra città”.