La protesta contro il bando sugli asili niso a 480 euro a bambino

 Legacoopsociali chiede all’Amministrazione Comunale di fare scelte precise a sostegno dei servizi essenziali

“Quanto abbiamo denunciato alcune settimane fa rispetto al bando del Comune di Roma per la concessione di 8 asili nido al costo di 480 € a bambino, sta riscuotendo molto consenso fra gli operatori del settore e le famiglie romane.
Legacoopsociali, dopo aver chiesto con un comunicato il ritiro della gara, si è vista costretta, a causa della sordità dell’amministrazione capitolina, a ricorrere al Tar e a fare istanza all’Osservatorio Provinciale della Cooperazione presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, affinchè intervenga a tutela delle imprese che non possono partecipare al bando in virtù delle tariffe messe a base d’asta, non rispettose dei Contratti Collettivi di Lavoro.”
Questo quanto dichiarato da Pino Bongiorno, presidente di Legacoopsociali Lazio.
“Importanti prese di posizione – ha continuato Bongiorno – sono poi intervenute a sostegno e rafforzamento delle nostre tesi: su tutti i comunicati di Cgil e Cisl e la dichiarazione del candidato sindaco di Roma Ignazio Marino.”
Il Presidente di Legacoopsociali ha poi sostenuto: “Tutto ciò sta a dimostrare che abbiamo posto un tema giusto, ampiamente condiviso: quello del Comune di Roma è un bando che rende inapplicabili i contratti, che mette in difficoltà le imprese, che non ha clausole di salvaguardia per i lavoratori, che non garantisce la qualità del servizio, che non tiene conto di importanti studi sui costi di gestione come quello fatto dal CNEL.”
“Soprattutto – ha sottolineato Pino Bongiorno – contravviene a un elemento che caratterizza il grado di civiltà di una società: non si può operare ribasso su servizi essenziali come quello dell’educazione dell’infanzia. E’ un diritto garantito dalla Convenzione dell’Onu del 1989 e quindi deve stare tra le priorità di un’amministrazione comunale.”
A conclusione della sua dichiarazione, il Presidente di Legacoopsociali Lazio ha sostenuto: “In tempi di crisi, quando i soldi sono pochi, vanno fatte scelte e date delle priorità. Sicuramente tra le priorità ci deve essere il rispetto dei contratti dei lavoratori, la garanzia alle famiglie della qualità del servizio e il rendere esigibili i diritti dei bambini.”