Lavoro: Guerra senza quartiere al dumping e alle false cooperative

Si preannunciano tempi sempre più duri e guerra senza quartiere al dumping praticato dalle false cooperative e «a tutte le pratiche di concorrenza sleale che portano a forme distorsive del mercato del lavoro, quali: gare al massimo ribasso, esternalizzazione di manodopera, lavoro nero. Tutte patologie da contrastare duramente per salvare sia la sana concorrenza tra le imprese sul mercato, sia il nome della buona cooperazione che rappresenta la parte assolutamente maggioritaria delle imprese impegnate nel settore che danno lavoro a 1.230.000 persone (dati INPS). Faremo di tutto per ripristinare la dignità e la legalità del lavoro laddove viene compromessa da formule distorsive della cooperazione ed evasive delle leggi».
Questa la ferma posizione espressa dall’Alleanza delle Cooperative Italiane nel corso dell’incontro sugli “Osservatori permanenti della cooperazione”, svoltosi il 5 luglio a Roma, cui hanno preso parte rappresentanti della Direzione Attività Ispettive del Ministero del Lavoro, guidati dal Direttore Paolo Pennesi, di Agci, Confcooperative, Legacoop (rappresentata dal Responsabile delle Relazioni Istituzionali, Bruno Busacca, dal Responsabile delle Relazioni Industriali, Carlo Marignani, e da Claudio Riciputi, dell’Ufficio Legislativo), di Cgil, Cisl e Uil. L’incontro, di carattere innovativo, ha permesso di fare il punto a 3 anni dalla nascita degli osservatori provinciali della cooperazione mettendo a confronto le buone prassi dei territori più virtuosi.
Intensa l’attività degli Osservatori prevalentemente su cooperative non aderenti alle principali centrali cooperative «Su 1.450 ispezionisono state riscontrate delle irregolarità in 700 cooperative: con 7.500 lavoratori irregolari e 625 in nero per un imponibile contributivo evaso pari a ben 11 milioni di euro». Sono alcuni dei dati illustrati da Paolo Pennesi, Direttore Generale dell’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro. «Sono i risultati relativi ai primi cinque mesi del 2011 – ha sottolineato Pennesi – e non ci fermeremo qui».
I lavori dell’incontro, aperti da un’introduzione di Vincenzo Mannino, Segretario Generale di Confcooperative, sono stati conclusi da Bruno Busacca con un intervento di cui riportiamo di seguito un’ampia sintesi.

Sintesi intervento Bruno Busacca
Gli  Osservatori sono previsti dal “Protocollo Cooperazione” stipulato nell’ottobre 2007 tra Governo (Ministro del Lavoro e Sottosegretario Sviluppo Economico), AGCI, Confcooperative e Legacoop e CGIL, CISL, UIL, come sviluppo tematico del “Protocollo  Previdenza, Lavoro e Competitività” che era stato firmato nel luglio precedente dal Governo e da tutte le Parti sociali.
Il “Protocollo Cooperazione” si poneva l’obiettivo di realizzare un’efficace azione di contrasto al fenomeno delle “cooperative spurie”, identificate come quelle che:

  • nella scelta dei rapporti di lavoro dei soci-lavoratori abusano della facoltà regolamentare riconosciuta dalla legge 142/01, disattendendo i principi che caratterizzano e distinguono il lavoro dipendente e il lavoro autonomo;
  • non assicurano il trattamento economico complessivo previsto dalla legge stessa.

L’elemento innovativo degli Osservatori era il diretto coinvolgimento delle parti sociali, insieme ai rappresentanti delle Direzioni Provinciali del Lavoro, dell’INPS e dell’INAIL, con il compito di “fornire elementi utili per l’attività ispettiva onde renderla più efficace nel sanzionare i comportamenti scorretti e più efficiente nell’utilizzazione delle risorse a disposizione”.
Proprio con riferimento a questo obiettivo, AGCI, Confcooperative e Legacoop pretesero che la stipula del Protocollo, e la conseguente partecipazione agli Osservatori, fossero riservate alle organizzazioni cooperative e sindacali maggiormente rappresentative, escludendo rigorosamente le associazioni e i sindacati firmatari di “contratti pirata”.

II
Il “Protocollo Cooperazione” nasce, dunque, da una intesa col precedente Governo, di cui fu protagonista in particolare l’allora Ministro del Lavoro, l’On. Damiano.
E’ un fatto da rimarcare e da apprezzare che, nonostante il cambio di maggioranza e di Governo intervenuto nel 2008, dal nuovo Ministro del Lavoro, il sen. Sacconi, e con lui dal Direttore Generale direttamente competente, il dott. Pennesi, è sempre venuta una forte spinta per l’attuazione concreta del Protocollo.
Sono stati dunque ben compresi, e fatti propri, lo spirito e il valore del Protocollo e della strumentazione di attuazione in esso prevista.
Per noi, si tratta non solo di contrastare la cooperazione spuria e il lavoro irregolare che in essa si nasconde, ma anche di difendere il buon nome, il ruolo economico e la funzione sociale della buona cooperazione.
La costituzione dell’Alleanza delle Cooperative italiane tra le stesse Associazioni cooperative firmatarie del Protocollo rappresenta uno stimolo in più per l’azione unitaria negli Osservatori e per il pieno conseguimento degli obiettivi individuati nell’accordo del 2007.
Tra gli obiettivi prioritari fissati dall’Alleanza vi sono, infatti, proprio il contrasto a tutte le forme di  cooperazione irregolare e la lotta contro il dumping contrattuale.

III
Lo spirito del Protocollo ha trovato attuazione anche in una norma, che AGCI, Confcooperative e Legacoop hanno fortemente voluto ed alla quale siamo particolarmente affezionati.
Mi riferisco alla disposizione contenuta nel comma 4 dell’art. 7 del Decreto legge 248/2007, che individua come con esattezza come riferimento per i trattamenti economici complessivi da corrispondere ai soci lavoratori “quelli dettati dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale nella categoria”.
E’ una norma nata per liberare il mondo cooperativo dai contratti pirata! Così va applicata!
Abbiamo registrato dubbi ed esitazioni negli organi pubblici di vigilanza, a livello territoriale. Sottolineo a livello territoriale, perché il Ministero del Lavoro, dal Ministro al Direttore Generale, ai funzionari centrali sono sempre stati chiari e decisi nel sostenerne la validità e l’applicazione. E di questo vogliamo ringraziarli.
Ora la norma è stata portata all’esame della Corte Costituzionale. Vedremo come poterla difendere direttamente.Ma, intanto, chiediamo al Governo di sostenerla con energia e buone argomentazioni anche di fronte alla Consulta.
Al proposito, abbiamo avuto modo di leggere in anteprima le riflessioni del dott. Pennesi e della dott.ssa Travaglini. Le condividiamo in pieno e auspichiamo che divengano le linee portanti della difesa in Corte.

IV
Con l’iniziativa di oggi – la prima che vede insieme su scala nazionale la parte pubblica, la parte cooperativa e quella sindacale – ci poniamo l’obiettivo di fare il punto sull’attività degli Osservatori, di identificare i punti critici, di evidenziare le buone pratiche, in modo da rafforzarne l’operatività.
Gli Osservatori sono costituiti praticamente in tutte le provincie. Il loro funzionamento è però diseguale, nonostante l’impulso che è venuto dal Ministro e dalla Direzione Generale per l’attività Ispettiva. Al proposito, voglio ricordare l’importante circolare del novembre 2010.
Un punto vogliamo sia chiaro, in particolare per noi.
Non possiamo solo rivendicare una maggiore attenzione da parte dei rappresentanti pubblici, o una maggiore collaborazione da parte dei partner sindacali.
Anche noi dobbiamo saper utilizzare meglio questo importante strumento, diffondendo meglio la conoscenza dei compiti e delle opportunità tra le cooperative associate, stimolando e formando i nostri rappresentanti negli osservatori, incoraggiando e sostenendo la diffusione delle modalità di intervento che hanno dato buoni risultati.
In questo senso, sollecitiamo oggi un dibattito e un confronto serio e franco, che potrà essere utile per la riunione di domani dell’Osservatorio nazionale.

fonte: Legacoop