LEGGE DI STABILITA’: L’INDETERMINATO CONVIENE

Il contratto a tempo indeterminato, con il taglio dei contributi per tre anni previsto dalla Legge di Stabilità 2015, diventa meno costoso per il datore di lavoro e più conveniente rispetto al contratto a termine e alle collaborazioni: per un dipendente che guadagna 25mila euro lordi all’anno, il risparmio per l’azienda sarà intorno ai 7.500 euro mentre per una retribuzione di 35mila euro l’impresa spenderà 10.600 euro in meno; la norma è vantaggiosa anche per il lavoratore, il cui netto aumenta di 1.600 euro l’anno (stime CAF CISL per Ansa).

Con un RAL di 25mila euro, il cuneo fiscale per il datore di lavoro è:

  • Tempo indeterminato: fino a oggi erano 35.204, che con lo con lo sgravio fiscale previsto dalla Legge di Stabilità 2015 ne pagherà a 27.588 euro.
  • Tempo determinato: paga e continua a pagare 35.577 euro (8mila euro in più)
  • Collaborazione a progetto: paga e continua a pagare 30.155 euro (3mila euro in più

Per il lavoratore il netto nella retribuzione annua sale dagli attuali 18.139 euro a 19.736. Per lui il risparmio è legato al costo dei contributi (circa 2.400 euro), compensato in parte dalla maggiore IRPEF dovuta in considerazione dell’aumento di imponibile: il risparmio finale sarà comunque di circa 1.600 euro.

Esempio con RAL di 35mila euro

  • Risparmio per azienda 10.690 euro: dagli attuali 49.271 euro a 38.574, ossia circa 11mila euro in meno che per un analogo contratto a termine (49.761 euro) e quasi 4mila euro in meno che per una collaborazione (42.217 euro).
  • Aumento per il dipendente 1.586 euro (da 24.270 euro a 25.856), progressivamente penalizzato dalla maggiore tassazione

    Il Jobs Act comporterà infine un ulteriore vantaggio per le aziende che assumono a tempo indeterminato con l’introduzione del contratto a tutele crescenti che non prevede, per tre anni, la protezione dell’articolo 18, sostituendo il reintegro in caso di licenziamento ingiustificato con un’indennità economica.

    Il taglio dei contributi per i nuovi assunti a tempo indeterminato avrà comunque un tetto massimo, che nello schema della Legge di Stabilità è fissato a 6.200 euro. Per ottenere un azzeramento, pertanto, il profilo medio di salario è quello che viaggia sui 19.000 euro di reddito. La ratio della norma è quella di favorire i neoassunti, ossia i giovani in cerca di prima occupazione, i disoccupati di lungo corso e i precari. Per questo motivo, la decontribuzione 2015 non si applicherà al tempo indeterminato di lavoratori che, nei sei mesi precedenti, sono stati occupati con il medesimo contratto «presso qualsiasi datore di lavoro». Inoltre, restano esclusi i lavoratori che abbiano già beneficiato di altre formule di assunzione agevolata a tempo indeterminato, ma anche il lavoro agricolo, domestico e l’apprendistato. Più in dettaglio, l’esonero dai contributi:

    2) non spetta per i lavoratori per i quali il medesimo beneficio sia già stato fruito in relazione a precedente assunzione a tempo indeterminato;:
    3) non è cumulabile con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento previsti dalla normativa vigente;
    4) non spetta ai datori di lavoro in presenza di assunzioni relative a lavoratori in riferimento ai quali i datori di lavoro, comprese società controllate o collegate o facenti capo, anche per interposta persona, allo stesso soggetto, hanno già in essere un contratto a tempo indeterminato nei tre mesi antecedenti la data di entrata in vigore della presente legge.

    (Fonte: PMI)