MARCHIO IGP PER LE PATATE DELL’ALTO VITERBESE

E’ finalmente arrivato il riconoscimento del marchio Igp per la patata dell’Alto viterbese, presente sul mercato con 40mila tonnellate medie annue che producono 11 milioni di euro. Salgono così a 26 le produzioni di qualità certificata riconosciute dall’Ue in ambito regionale: 15 Dop e 11 Igp.
Si conclude così, un lungo percorso di avvicinamento avviato nel 2005 che ha visto le strutture tecniche dell’Agenzia regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura nella Regione Lazio al fianco di CCORAV (Consorzio cooperativo ortofrutticolo Alto Viterbese) e COPAVIT (società cooperativa agricola dell’Alto viterbese).

“Ci dichiariamo orgogliosi”, sottolineano i Presidenti delle Cooperative Coorav di Grotte di Castro e Alto Viterbese di San Lorenzo Nuovo, “del risultato raggiunto consapevoli che il marchio IGP tutelerà finalmente il prodotto principe dell’agricoltura dell’Alto Viterbese nonché gli agricoltori locali che non vedranno più patate provenienti da altre zone commercializzate come patata dell’alto viterbese”. Questo risultato speriamo che possa rappresentare un nuovo rilancio per l’agricoltura dell’Alto Viterbese, settore importante e determinante dell’economia di questi territori.

“Il lavoro”, sottolinea il Presidente del Co.p.a.vit., Egidio Canuzzi, “è stato iniziato nell’anno 2009 grazie alla regia della Riserva Naturale Monte Rufeno e del Dottor Massimo Bedini che ha curato l’istruttoria in tutte le sue fasi del percorso: Arsial, Ministero delle Politiche Agricole, Commissione Comunità Europea. Il lavoro e la costanza di chi ha creduto in questo risultato è stata alla fine premiata. Dobbiamo ringraziare per il raggiungimento di questo risultato oltre alla Riserva Naturale Monte Rufeno anche l’Arsial, nella persona del Dottor Giovanni Pica che ha affiancato i tecnici della Riserva Naturale Monte Rufeno nell’istruttoria e nel percorso amministrativo della pratica”

“Sono fiero”, sottolinea il Direttore della Riserva Naturale Monte Rufeno Dottor Massimo Bedini, “di aver collaborato a questo processo perché credo nel ruolo che le aree protette possono svolgere come volano per lo sviluppo sostenibile di un territorio. In questi ultimi anni la nostra Riserva ha svolto un lavoro di affiancamento e di aiuto all’imprenditoria agricola dell’alto viterbese cercando di mediare le esigenze di tutti gli attori locali e nel frattempo mettendo in campo gli strumenti a propria disposizione per valorizzare e promuovere le produzioni agricole del nostro territorio”.