Piano Commercio di Roma e aperture festive: riflessioni di Legacoop Lazio

Lega Regionale Cooperative e Mutue del Lazio  tutti i canali, che vanno dalle grandi alle medie alle piccole strutture, esprime grande preoccupazione per lo stop imposto all’iter del piano commerciale.

Si ha la netta sensazione che lo stesso sia finito in un binario morto e vittima del prevalere di veti incrociati e interessi elettorali.

Occorre riprendere subito la discussione nell’interesse delle imprese e della città. La mancanza di uno strumento di guida dello sviluppo è un danno per tutta l’economia. La mancata approvazione riproporrà il vecchio modo di procedere con tutto il suo carico di negatività.

Rispetto al testo originario discusso insieme alle altre associazioni di categoria nei tavoli istituzionali convocati dall’Assessore Bordoni, riteniamo necessario in via preliminare apportare subito alcune importanti modifiche, alla luce delle recenti normative introdotte dal Governo Monti e approvate dal Parlamento.

Oggi, come in passato, pensiamo che faccia solamente demagogia, e quindi, un danno alla città, chi richiede il blocco delle autorizzazioni insieme a forme di contingentamento delle grandi strutture di vendita, pur sapendo che si tratta di richieste non più sostenibili e quindi non attuabili, in quanto il settore del commercio oggi è pienamente liberalizzato. I soli vincoli alla apertura delle attività commerciali sono di natura ambientale, viabilità, sicurezza e di carattere igienico sanitario. Il vero problema invece è quello di armonizzarlo con il PRG e gli strumenti di attuazione, cercando di governare le previsioni di Piano Regolatore, i diritti edificatori vecchi e nuovi delle imprese con quelle della distribuzione, della città dei consumatori.

Le amministrazioni, in questa nuova realtà, possono solamente guidare i processi di sviluppo della rete di vendita, ed è per questa ragione che riteniamo necessario che anche la Regione Lazio convochi subito un tavolo, coinvolgendo tutti i soggetti interessati con l’obiettivo di rivoluzionare e collegare alle nuove realtà normative la Legge n. 33, (così come è non serve a niente) con l’impegno preciso ad adottare criteri programmatori snelli e con procedure veloci e compatibili con le esigenze prima di tutto delle imprese, del territorio e delle nuove normative nazionali e le recenti realtà istituzionali come l’area metropolitana di Roma.

Il piano del commercio, soprattutto in una città come Roma, se inserito a pieno titolo nelle dinamiche e negli obiettivi del PRG è strumento utile e ancora attuale per mettere ordine allo sviluppo delle attività commerciali dare impulso ai progetti di recupero di parti importanti del territorio della città, del patrimonio pubblico nonché alle altre funzioni urbane.

Il Comune e in particolare l’Assessore al Commercio in questo importante settore, ha fatto uno sforzo di progettazione apprezzabile e condivisibile, soprattutto nel tentativo di riequilibrare la presenza delle grandi strutture di vendita nei vari quadranti della città. Sarebbe gravissimo dopo tanto lavoro e tanti anni di assenza di uno strumento di pianificazione del commercio fermarsi.

La politica degli annunci continui sul blocco delle nuove aperture è solo propaganda e l’assenza di programmazione condannerà soprattutto i piccoli e il commercio tradizionale così come avvenuto in tutti questi anni.

Noi crediamo che l’amministrazione, dopo aver ascoltato i Municipi, debba riprendere la discussione anche con le associazioni, con l’obiettivo di definire una struttura complessiva dello strumento di piano entro l’autunno. Riteniamo perciò strumentali e poco rispettose nei confronti della città e della stragrande maggioranza delle imprese commerciali romane le esternazioni del Sindaco Alemanno e le prese di posizione di alcune associazioni tese a difendere lo status quo e alcuni interessi particolari e marginali che anche se legittimi non è più possibile difendere perché superati nei fatti dalle nuove normative.

Anche la recente proposta passata in Commissione Regionale sulla liberalizzazione dei saldi e delle attività promozionali va in questa direzione e quindi va giudicata positivamente nell’interesse delle imprese e dei consumatori. In questo contesto vogliamo proporre al Sindaco e all’Assessore Bordoni la convocazione di un tavolo interassociativo insieme ai sindacati dei lavoratori per discutere in modo libero e franco sulle aperture durante alcune festività, poiché la legge sulle liberalizzazioni ha previsto aperture anche nelle giornate di festività importanti e molto sentite dalla collettività.

Così come abbiamo fatto in altre realtà della Regione, vorremmo proporre alle altre associazioni Confcommercio, Confesercenti e Federdistribizione, una possibilità di autoregolamentazione e la firma di un Protocollo di Intesa, che preveda la chiusura per alcune festività civili e religiose particolarmente importanti e significative, a condizione però che sia da tutti condivisa e rispettata.

Le ipotesi di chiusura autoregolamentata in deroga a quanto previsto dal Decreto Salva Italia, potrebbero riguardare le giornate del:

1 GENNAIO

25 APRILE

1 MAGGIO

PASQUA

2 GIUGNO

15 AGOSTO

25 DICEMBRE

26 DICEMBRE

27 DICEMBRE

Sarebbe questo un segnale che il commercio non intende cancellare importanti ricorrenze religiose e civili che sono parte della nostra cultura e della nostra storia, ma regolarle e condividerle insieme alla città.

Roma, 18 luglio 2012