VISIONI SOCIALI: sinergie tra audiovisivo e lavoro sociale

E’ stato presentato il 1° Aprile presso l’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi VISIONI SOCIALI, il nuovo progetto promosso dalla Cooperativa Sociale Idea Prisma ’82 e Legacoop Lazio, nato dall’attenzione che entrambe hanno riversato all’incontro tra tecnologie e lavoro sociale e mirato alla creazione di un Archivio Italiano del Cinema della Cooperazione e del lavoro Sociale.

L’onere di aprire i lavori del convegno è stato affidato a Massimo Pistacchi, Direttore dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi, e Walter Veltroni, in veste di Presidente del Comitato Scientifico di Visioni Sociali.

Pistacchi ha sottolineato, durante il suo intervento, il ruolo dell’Istituto nella creazione di un archivio audiovisivo in grado di superare le difficoltà dovute all’evoluzione del materiale, nello specifico il passaggio dall’analogico al digitale, al suo deterioramento e al dovuto aggiornamento dello stesso.

Il materiale custodito all’interno dell’Istituto rappresenta una ricchezza e un patrimonio sociale e culturale poco conosciuto, secondo Walter Veltroni. La storia dell’audiovisivo del nostro paese è la storia stessa del nostro paese. Questo bene, questa risorsa è troppo sottoutilizzata, sottovalutata, sottofinanziata.

Visioni Sociali nasce dalla consapevolezza che oggi la maggior parte del nostro tempo è documentato attraverso le immagini più che con le parole.

Oggi è sempre più facile girare, produrre immagini. Siamo in un altro mondo, in cui possiamo raccontare e raccontarci come mai prima. Facendo attenzione a non rimanere vittime di quel principio ormai dilagante di piegare le nostre vite, e i racconti di esse, ai tempi e format televisivi.

Pino Bongiorno, Presidente di LegacoopSociali Lazio, ed Enzo Berardi, regista e operatore sociale, hanno presentato il progetto in maniera più specifica.

Nel suo intervento, Pino Bongiorno ha definito Visioni Sociali come una piazza in cui convergono tre strade, tre percorsi diversi.

“La prima strada parte dal 1951 quando l’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani, – scrive Bongiorno – affidò a Carlo Lizzani il compito di realizzare un film che immortalasse su pellicola la storia della lotta partigiana.

Nacque così “Actung! Banditi”.

Oltre la storia contenuta nell’opera, è importante la forma con la quale fu organizzata la produzione.

Quel film, infatti, rappresenta il primo incontro tra cinema e cooperazione.”

La seconda strada prende avvio dalla storia della cooperazione sociale, dai suoi valori e dalla sua cultura.

Un cammino lungo e tortuoso, legato indissolubilmente alla storia del nostro paese. Un cammino “che trova la sua legittimazione anni dopo con la legge 381 che la istituisce di fatto e, proprio in questo 2011, compie i suoi primi 20 anni.

Nel suo articolo 1 ne identifica l’aspetto distintivo: “Le cooperative sociali- dice la legge – hanno lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini”

Imprese che non perseguono il business – dunque – ma il bene comune.”

La terza e ultima strada è quella costruita dalle attività quotidiane degli operatori sociali.

“Nei laboratori, nelle attività di socializzazione nel lavoro concreto di assistenza e di inserimento, cresce il ruolo degli audiovisivi. Come abbiamo detto più volte, la macchina da presa entra nella “cassetta degli attrezzi” degli operatori sociali.

Documenta momenti di vita delle cooperative, ne racconta la storia, raccoglie attimi, descrive eventi. Poi il suo uso si fa sempre più raffinato, intraprende un percorso creativo. Si cimenta con soggetti, esperienze cinematografiche.

Gli operatori sociali, gli esperti, scoprono che il mezzo creativo diviene facilitatore di percorsi di socializzazione e molto utile nelle attività riabilitative, soprattutto nel campo del disagio mentale. Allarga gli orizzonti, veicola all’esterno temi che spesso relegati all’interno di piccoli gruppi terapeutici, rimangono angusti e autoreferenziali”.

Enzo Berardi racconta il percorso pratico che ha portato alla costituzione del progetto Visioni Sociali, il quale nasce da un’attività documentarista portata avanti già da tempo della Coop. Soc. Idea Prisma ’82 e che trova concretezza in questo archivio con il Finanziamento della Regione Lazio L.R. 27 Giugno 1996 N. 24 Anno 2008.

Secondo Berardi, se volessimo risalire alle origini del cinema sociale, dovremmo considerare antesignani dello stesso le produzioni familiari, i classici filmini registrati durante i compleanni, le comunioni, le riunioni di famiglia. Una sorta di testimoni incosapevoli della storia e microstoria del paese.

E se oggi la cultura e il sociale vengono sempre più rilegate ad attività di volontariato, il mezzo video, la potenza espressiva e la rapidità di condivisione acquisite con il processo digitale, possono ora ridare dignità a questi campi dell’attività umana.

Visioni Sociali parte da questo presupposto. Il progetto avrà il fulcro nella creazione di un archivio, a cui seguirà la costituzione di un centro studi e formazione.

Hanno partecipato al convegno diversi esponenti del mondo sociale e istituzionale: Giovanni Anversa, giornalista, autore televisivo; Alessandro Antonucci, medico, psichiatra, psicoanalista; Pietro Barbieri, presidente Fish; Marco Bertozzi, documentarista, storico del cinema; Paolo Bocarra, medico, psichiatra, psicoanalista; Giovanni D’Andrea, esperto di software vocali; Giuseppe Ferrara, regista, critico cinematografico; Gabriella Guido, responsabile delle promozione di Amref; Raffaela Milano, ricercatrice sociale, esperta di welfare; Carla Patrizi, psicoterapeuta, presidente della Coop. Soc. Idea Prisma ’82; Nikolaj Pennestri, regista; Gabriele Perretta, critico e filosofo della comunicazione.

VISIONI SOCIALI – Intervento di Pino Bongiorno