La cooperativa Dunp ha avviato la startup AccessiWeb con l’obiettivo di rendere i siti internet più accessibili per tutt*. In vista dell’entrata in vigore dell’European Accessibility Act, ci interroghiamo sul come e sul perché adeguarsi. Ne abbiamo parlato con Emanuele Longhi, Chief Information Officier & Web Accessibility Expert di Dunp in questa intervista.
Accessibilità: perché e soprattutto per chi è importante?
L’accessibilità digitale è essenziale per garantire che tutte le persone, a prescindere dalle loro abilità o disabilità, possano utilizzare le tecnologie in modo equo. È un aspetto che riguarda tutti, ma ha un impatto particolare sulle persone che hanno disabilità fisiche o cognitive. Quando si parla di accessibilità digitale, si fa riferimento a tutte quelle soluzioni che permettono a chiunque di navigare su Internet, utilizzare app o usufruire di contenuti digitali in modo indipendente. Le disabilità non sono intrinseche alle persone, ma si manifestano a causa di ostacoli e barriere fisiche o digitali. L’accessibilità digitale è quindi fondamentale perché permette di eliminare le barriere che potrebbero escludere una parte della popolazione dall’accesso a risorse fondamentali. Pensiamo ad esempio alle persone con disabilità visive, uditive o motorie: se un sito non è progettato in modo accessibile, queste persone potrebbero avere serie difficoltà nell’utilizzarlo, perdendo così opportunità di lavoro, educazione o partecipazione sociale. E questo non riguarda solo le persone con disabilità. Anziani, persone con problemi temporanei di vista o udito, e anche utenti che si trovano in ambienti rumorosi o con connessioni Internet lente, traggono beneficio da un design pensato per tutti. Un sito semplice da navigare, con testi chiari, contrasti adeguati e funzionalità per il controllo vocale, non solo aiuta chi ha una disabilità ma migliora l’esperienza anche per chi ha una vista meno acuta o per chi non ha una connessione potente. Un altro punto importante riguarda i benefici economici e di mercato. Le persone con disabilità rappresentano una parte significativa della popolazione. Solo in Italia, sono più di 13 milioni. Una vera e propria ingiustizia tecnologica, che ha indotto l’Unione Europea a redigere l’European Accessibility Act che entrerà in vigore il 28 giugno 2025.
Come si può rendere un sito internet ma in generale il web più accessibile?
Parto col dire che il web, nel corso della sua storia, non è stato costruito su principi legati all’accessibilità o all’inclusione. E non ne faccio una questione di colpe: è successo perché determinate tematiche non erano ancora di primaria importanza, al pari ad esempio della sostenibilità aziendale. L’accessibilità digitale, insomma, è un percorso iniziato anni fa che oggi trova nell’European Accessibility Act la sua naturale prosecuzione. In generale, per rendere un sito internet più accessibile ci sono diverse strategie e buone pratiche che devono essere seguite durante la progettazione, lo sviluppo e la manutenzione dei contenuti digitali. Alcuni dei principali interventi riguardano l’aspetto tecnico del sito, ma anche il design e l’organizzazione dei contenuti. In primo luogo, è fondamentale seguire le linee guida stabilite dalle WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), che sono un set di raccomandazioni internazionali per rendere i contenuti web accessibili. Queste linee guida si concentrano su quattro principi principali: il contenuto deve essere percepibile, navigabile, comprensibile e robusto. Un sito deve essere progettato in modo che i contenuti siano facilmente percepibili da tutti. Per esempio, per le persone con disabilità visive è importante fornire alternative testuali per le immagini (usando gli alt text), in modo che un lettore di schermo possa descrivere le immagini. Inoltre, per chi ha difficoltà visive, l’uso di contrasti forti tra il testo e lo sfondo diventa fondamentale (4.5:1). Altri aspetti sono l’uso di font leggibili, la possibilità di ingrandire il testo senza compromettere la fruibilità del sito e la presenza di sottotitoli nei video. La navigazione del sito inoltre deve essere semplice e intuitiva. Per gli utenti con difficoltà motorie, è importante che il sito sia facilmente navigabile tramite tastiera. Evitare l’uso esclusivo del mouse permette a chi ha problemi motori o a chi utilizza software assistivi di navigare il sito senza difficoltà. Utilizzare una struttura chiara con intestazioni e link ben organizzati facilita anche la lettura del contenuto per chi utilizza tecnologie assistive. Il codice inoltre deve essere pulito e semantico, così che i lettori di schermo possano interpretarlo correttamente. L’uso di HTML e CSS standardizzati, così come l’adozione di tecnologie come ARIA (Accessible Rich Internet Applications), migliora l’interazione con software assistivi.
Oltre che un dovere morale anche un onere giuridico da rispettare: quali sono i riferimenti normativi e le relative scadenze?
Il quadro normativo internazionale – dalla Convenzione delle Nazioni Unite (ratifica n.189 n.104) alla Carta dei Diritti fondamentali dell’UE (Titolo III – articolo 26) – è regolato sotto gli standard WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), quello Europeo promosso dall'”European Accessibility Act” (EAA) con la direttiva “Web Accessibility Directive” (WAD) ed infine quello Italiano con la “Legge Stanca” regolato dall’AgID stabiliscono chiare linee guida ed obblighi legali per l’accessibilità digitale e definiscono un sistema rigoroso di responsabilità, diritti, doveri e conseguenza legali. Per il 28 giugno 2025, è previsto un cambiamento importante nella normativa riguardante l’accessibilità digitale, che interesserà soprattutto il settore privato delle PMI oltre a quello pubblico già interessato dalla Legge Stanca. A partire dal 28 giugno, tutti i siti web, le app e i contenuti digitali saranno obbligati a rispettare standard di accessibilità. Si tratta di un adeguamento importante, che nasce da una spinta verso l’inclusività e l’uguaglianza, per garantire che nessuna persona, a prescindere dalle sue disabilità, venga esclusa dal poter usufruire dei contenuti digitali. Un aspetto chiave di questa modifica normativa è l’adozione delle WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) a livello europeo normilazzate nella norma UNI CEI EN 301549:2022, che si traducono in regole molto più chiare per i siti pubblici e privati. Un aspetto che trovo particolarmente interessante è che questa normativa non riguarda solo i contenuti del sito o le app, ma si estende anche ai documenti (pdf/word), agli ebook ed in generale ai contenuti audiovisivi. Dal 28 giugno 2025 quindi, l’accessibilità digitale diventerà un obbligo di legge per tutte le PMI. Sono escluse le microimprese, le aziende che contano meno di 10 dipendenti e che registrano un fatturato annuo o un bilancio totale annuo non superiore a 2 milioni di euro. Per adempiere interamente agli obblighi di legge, è necessario che ogni piattaforma esponga la Dichiarazione di Accessibilità con conservazione del relativo Modello di valutazione, renda il proprio sito accessibile e predisponga un meccanismo di feedback per gli utenti.
Dunp e l’accessibilità: cosa sta facendo in materia?
L’agenzia di comunicazione dunp ha deciso di investire nell’accessibilità con la creazione della startup AccessiWeb, la prima soluzione 100% italiana nata per migliorare l’accessibilità dei siti web in base ai principi della direttiva Europea WAD/EAA, della Legge Stanca e delle direttive nazionali dell’AGID. Forte di un’esperienza ventennale nello sviluppo di applicazioni e di una profonda competenza nel settore, AccessiWeb si distingue per essere l’unica startup italiana ad aver ottenuto il riconoscimento del W3C, inserendo i nostri tools nella lista dei WCAG Evaluation Tool List. I prodotti ed i servizi AccessiWeb sono i primi del settore ad essere presenti anche sul MEPA, il Mercato Elettronico della PA e sono disponibili come estensioni di Google Chrome, Google Tag Manager e come plugin per le principali piattaforme CMS come WordPress, Joomla e molte altre. Eroghiamo formazione e servizi di consulenza in merito a: realizzazione della Dichiarazione di Accessibilità e relativo Modello di Valutazione, rimediazione file, Audit di accessibilità, monitoraggio continuo, widget di accessibilità e sviluppo piattaforme WCAG compliant.
Come cambierà il web grazie a questo tipo di intervento?
Il cambiamento che avverrà dal prossimo 28 giugno 2025 non riguarda solo l’aspetto tecnico, ma anche e soprattutto la sfera culturale. Le aziende e le amministrazioni pubbliche dovranno comprendere che l’accessibilità non è solo un requisito opzionale, ma una questione di diritti civili. Questo porterà a un maggiore impegno nel progettare esperienze online che siano aperte e fruibili da tutti, integrando l’accessibilità by design e contribuendo a una società più inclusiva. Dopo il 28 giugno 2025, il web dovrebbe essere un posto molto più accogliente per chiunque. Le modifiche normative garantiranno che il 100% degli utenti, indipendentemente dalle proprie abilità, possano usufruire dei contenuti online senza limitazioni. Ovviamente, come dicevo prima, bisogna immaginare l’accessibilità digitale come un percorso e quello che sembra essere un punto d’arrivo, in realtà speriamo che possa essere solo un punto di partenza.