CFI: Zevi lascia dopo 25 anni; De Berardinis è il nuovo A.D.

Roma, 27 giugno 2011 – Camillo De Berardinis è il nuovo Amministratore delegato di CFI, Cooperazione Finanza Impresa. Lo ha nominato l’Assemblea dei Soci, svoltasi oggi nella meravigliosa location di Castel Sant’Angelo, in sostituzione di Alberto Zevi, che ha ricoperto l’incarico per 25 anni, e cioè dalla costituzione della società.
“Credo fortemente nel valore dell’attività di CFI come strumento valido per la salvaguardia economica e l’integrazione sociale del Paese”- ha sottolineato Camillo De Berardinis nel suo intervento. “Oggi la domanda di cooperazione è crescente” -ha aggiunto- “poiché è la forma di impresa che ha saputo dimostrare nel tempo la forte capacità di far fronte ai problemi generati dalla crisi. È necessario quindi continuare a rispondere alle aspettative e lavorare strutturando l’attività in sinergia con gli strumenti a servizio dello sviluppo dell’impresa cooperativa offerti dal sistema e la promozione di progetti per realizzare esperienze lavorative nuove e dinamiche”.
“Le tre centrali cooperative sono presenti e vigili sull’attività di CFI”- ha dichiarato il Presidente di Legacoop, Giuliano Poletti, durante l’incontro- “Cooperazione Finanza e Impresa è un punto di riferimento di valore all’interno degli strumenti per il sostegno e lo sviluppo delle imprese, un esempio concreto di lavoro per il raggiungimento di obiettivi e finalità comuni. C’è un evoluzione in atto di difesa e cambiamento e supporto nelle scelte che aiutino le imprese a riposizionarsi nel futuro, ed oggi come ieri l’orientamento è affiancare tutti i lavoratori che vogliono investire in modo responsabile nel creare impresa”.

Chi è CFI – In 25 anni di attività sono state oltre 200 le cooperative finanziate e sostenute nel percorso di crescita, per un’occupazione complessiva di oltre 10.000 unità
Costituita nel 1986 dalle cooperative di lavoro aderenti alle tre principali associazioni del movimento cooperativo -AGCI, Confcooperative e Legacoop- per gestire il fondo della legge “Marcora” (n°49/1986) destinato alla salvaguardia dell’occupazione attraverso la creazione di imprese cooperative, CFI (i cui soci sono 240 cooperative, il Ministero dello Sviluppo Economico e Invitalia) è stata la prima realtà, in Italia, che si è specializzata nell’intervento in capitale di rischio di cooperative di lavoro e sociali. Con risultati di assoluto rilievo. Nei suoi 25 anni di attività ha infatti finanziato, con modalità spesso del tutto innovative, oltre 200 cooperative di lavoro e sociali che danno lavoro a più di 10.000 persone, facendo crescere, nel contempo, la cultura cooperativa in termini di capacità di gestione e di governo delle imprese.
L’intervento di CFI, che ha un patrimonio netto di 100 milioni di euro e attualmente ha in portafoglio 50 imprese, si concretizza, essenzialmente, con la partecipazione temporanea al capitale di rischio e con finanziamenti destinati a sostenere gli investimenti fissi. Accanto a questo, la società opera come un partner che garantisce al management un costante supporto nelle decisioni strategiche e nelle scelte operative, assistendo le cooperative partecipate nella crescita con una costante attività di monitoraggio.
Nella prima fase di attività ha investito nel capitale di rischio di oltre 150 cooperative di produzione e lavoro costituite da dipendenti di aziende in crisi (operazioni di workers/employees buy-out) ed ha complessivamente promosso l’occupazione stabile di circa 6 mila lavoratori.
Mutate le esigenze economico sociali del paese, CFI, forte dell’esperienza maturata, ha ampliato la propria missione adeguandosi ai nuovi scenari di mercato: dal 2003 finanzia anche operazioni di start up, sviluppo e riposizionamento di imprese costituite in forma di cooperativa di lavoro e sociale.

Un 2010 difficile, metà delle domande di intervento provengono da lavoratori di aziende in crisi
Ma qual è stato l’andamento nel 2010? La crisi economica che investe l’Italia ha avuto riflessi significativi sull’attività sia di CFI sia sulle cooperative partecipate e finanziate.
Dai dati relativi alle richieste di intervento giunte a CFI si evince che la nuova domanda, a differenza di quanto era avvenuto negli anni precedenti la crisi, è infatti composta, per la metà, da cooperative promosse da lavoratori dipendenti di aziende in crisi al fine di salvaguardare la loro occupazione. Su un totale di 10 domande di intervento, per un ammontare complessivo di risorse richieste pari a 4 milioni e 35 mila Euro, 5 sono relative alla ripresa di aziende in crisi, mentre le altre 5 sono state proposte da cooperative esistenti per piani di ristrutturazione o sviluppo; da notare, sempre a differenza di quanto avveniva negli anni precedenti, che la maggior parte delle domande provengono da imprese operanti nel comparto industriale, tutte localizzate nel centro-nord. Tra l’altro, è da sottolineare che le domande di intervento giunte da lavoratori di aziende in crisi rappresentano sempre, al di là delle dimensioni, casi complessi che comportano una mole di lavoro rilevante. Un buon numero di queste iniziative sono state deliberate nei primi mesi di quest’anno.

Nelle cooperative partecipate già attive il valore della produzione complessivo cresce del 2% ad oltre 350 milioni di Euro
“La leggera ripresa manifestatasi a livello generale nel 2010” -ha sottolineato Alberto Zevi, Amministratore Delegato uscente di CFI- “non è stata tale da ripristinare le condizioni di mercato precedenti alla crisi; la caduta della domanda e le problematiche connesse alla disponibilità di risorse hanno comportato un indebolimento generale dell’apparato produttivo da cui non sono rimaste immuni le cooperative, comprese quelle partecipate da CFI”. Nel loro insieme le cooperative partecipate da CFI hanno visto crescere il valore della produzione nel 2010 rispetto al 2009 del 2% (nel 2009 si era invece manifestata una diminuzione del 6,1 %). Complessivamente la loro produzione ha superato i 350 milioni di €. Non si può non riscontrare, peraltro, che nel contesto di leggera ripresa, ancora nel 2010 un terzo delle cooperative partecipate (contro oltre il 54% nell’anno precedente) ha visto diminuire il valore della produzione. La riduzione della produzione non si è automaticamente tradotta in risultati di esercizio negativi ma, in generale, si è evidenziata una diffusa perdita di redditività. “La brusca caduta verificatasi nel 2009” -ha aggiunto Zevi- “sta producendo i suoi effetti ora e, sia pure in minore misura, rischia di protrarsi per buona parte dell’anno in corso; in più di un caso, comunque, le cooperative hanno provveduto a operazioni di ristrutturazione e/o di sviluppo che hanno consentito di avvicinarsi ed anche superare i margini raggiunti in precedenza”. “In ogni caso” –ha puntualizzato- “anche nel 2010, ci siamo attivati per mettere a disposizione delle imprese un insieme di relazioni e di rapporti istituzionali che hanno consentito loro di allargare il mercato e di creare sinergie con altri operatori, anche del settore privato; in particolare, abbiamo proseguito nell’attività di implementazione di rapporti commerciali tra cooperative”.

I primi mesi del 2011: aumentano ancora le domande di intervento
Nei primi mesi del 2011 i contatti e le domande presentate da parte di cooperative attive o da parte di nuove cooperative si sono ulteriormente accresciute. Grazie anche a quelle presentate nel 2010 è così aumentato il numero delle delibere. Finora sono state assunte 7 delibere in altrettante cooperative per un ammontare complessivo di 2.033.000 Euro: 1.353.000 Euro per interventi in capitale di rischio e 680.000 Euro in finanziamento o concessione di garanzie. Nello stesso periodo sono state considerate decadute per diversi motivi le domande di 8 cooperative. “Attualmente” -ha precisato Zevi- “abbiamo allo studio oltre 20 possibili interventi; andranno valutati con attenzione, visto che, per la gran parte, si tratta di iniziative proposte da lavoratori dipendenti di imprese in grave crisi e, pertanto, molto problematici”.

fonte: Legacoop