CON CLOSE THE GAP IL PRINCIPIO DELLA PORTA APERTA SPOSA LE TECNICHE DI ADVOCACY E DIGITAL CAMPAIGN

“Le cooperative sono organizzazioni volontarie aperte a tutte le persone capaci di utilizzarne i servizi offerti e desiderose di accettare le responsabilità connesse all’adesione, senza alcuna discriminazione sessuale, sociale, razziale, politica e religiosa” recita il primo principio cooperativo. Questa è una prima riflessione per testare la solidità dei risultati ottenuti in questi anni grazie alla politica della porta aperta ma anche per analizzare come e attraverso quali strumenti le cooperative possano aggiungere un tassello in più a questa pietra miliare.

Come nel caso di Coop. Perché la storica attività di sensibilizzazione sui temi della parità, della diversità e dell’uguaglianza, prima rivolta principalmente ai propri soci, oggi si è trasformata in una azione rivolta all’opinione pubblica su vasta scala, grazie a importanti strumenti di advocacy e di digital campaign.

Case study importante è la campagna “Close the gap” di Coop, fatta di azioni e impegni concreti per promuovere la parità di genere, combattere la disparità e ridurre le differenze, con l’obiettivo di coinvolgere i consumatori, i soci, i dipendenti e i fornitori di prodotto a marchio. Ed andare oltre: con 680mila firme raccolte su Change.org, infatti, insieme a Onde rosa, Coop ha affermato che il ciclo non è un lusso. Ed oggi festeggia un grande risultato: l’IVA sugli assorbenti è stata abbassata dal 22% al 5%.

Indubbiamente un successo per questa iniziativa di mobilitazione e per la campagna Close the gap che oggi non si ferma e fissa un altro obiettivo: quello per il congedo di paternità. “Si tratta di una raccolta di firme su change.org indirizzata al ministero della Famiglia e delle P.O. L’Italia solo di recente si è adeguata alle richieste dell’Unione europea portando da 7 a 10 i giorni di congedo obbligatorio per paternità, ma restiamo sempre molto indietro rispetto ad altri Paesi europei. Ed è chiaro che questo genera un divario tra uomo e donna, sia nell’ambito della famiglia, nei ruoli di accudimento, sostegno, sia nell’ambito dei costi sostenuti dal datore di lavoro” ci spiega Elena Gallo, avvocatessa e penalista, da consumatrice negli anni dell’Università si è trasformata in socia attiva e oggi membro del cda di Unicoop Tirreno. “Questo ruolo mi ha dato la possibilità di vivere molto più da vicino la vita di una cooperativa: i rapporti con i soci, le iniziate attraverso le quali si attuano i valori della stessa, convincendomi ancora di più dell’importanza della cooperazione nella e per la società” spiega. Sulle pari opportunità dice: “Credo che non si debba abbassare la guardia”.

Elena, IVA giù al 5% per gli assorbenti. Una vittoria anche per Coop?

Certamente. Va dato ampio merito ai nostri soci che hanno promosso e si sono impegnati, anche presso le singole sezioni, nella raccolta delle firme per la riduzione dell’aliquota. Credo sia un successo anche perché dimostra quanto sia diffusa l’idea di un’uguaglianza “concreta”, che passa attraverso ciò che può sembrare poco, ma non lo è, se solo ci si riflette bene. Direi, anzi, che è stata ed è una campagna per riflettere!

Ormai non si parla più di pari opportunità soltanto ma anche di diversity. Perché si è reso necessario?

Diversity: diversità. Etimologicamente: di vertere, volgersi altrove, uno sguardo in un’altra direzione! Cambiando il termine, non cambia la sostanza, che forse diviene solo più facilmente predicabile: ogni diversità -ogni capacità di guardare altrove- è valore e come tale deve essere riconosciuto e coltivato.

Coop si è pronunciata all’interno della campagna Close the gap anche sul tema della diversity. Non deve essere facile per una azienda favorire riflessioni su temi difficili.

“Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” (Gandhi). La cooperativa è portatrice di valori, tra questi, quello di cui stiamo parlando: l’uguaglianza. I valori sono tali se “valgono”. Valgono anche se si è in grado di battersi, pacificamente, ma fermamente, per gli stessi. D’altra parte nessun cambiamento è possibile se non si ha la forza di affrontare anche “temi difficili”. Direi che nelle sue azioni la Coop è coerente. La coerenza è un corollario del valore.

Unicoop Tirreno, le pari opportunità e la diversity: cosa si è fatto e cosa è ancora da fare?

Credo che non sia possibile una risposta breve. Una parte di ciò che è stato fatto lo abbiamo già detto, potrei continuare con l’adesione alla giornata contro la violenza sulle donne con numerosissime iniziative, concerti, campagne di sensibilizzazione. La modifica degli scontrini emessi dal 13 al 25 nov. con l’aggiunta del 1522 quale numero antiviolenza. E’ stato avviato un progetto di formazione nelle filiere agricole di prodotti a marchio con riguardo all’occupazione femminile, con il coinvolgimento di 100 donne. Direi che di misure per promuovere il definitivo cambiamento nei comportamenti sociali e culturali, eliminare i pregiudizi, ne sono state intraprese molte, penso anche alla presa di posizione a favore della comunità lgbtq, con il gesto simbolico della “borsina”. Da fare ancora? resistere, insistere, continuare a porre in essere tutti i comportamenti virtuosi e necessari affinché di qui a qualche anno non si debba più parlare di questione di genere o di inclusione di tutti, ma sia un normale elemento della società.

Il primo principio cooperativo è ancora attuale e come dovrebbe essere attualizzato oggi dalle cooperative?

Che sia un principio attuale non credo possano esserci dubbi, anche alla. luce di quanto abbiamo fin qui detto. E’ un principio che sta alla base di tutte le organizzazioni sociali che intendono operare bene e per il bene non solo dei propri associati, ma della stessa società. Condivido l’espresso richiamo alla responsabilità. Aderire ad una organizzazione significa, soprattutto, credere ed essere pronto anche a rispondere dei principi e dei valori che l’organizzazione propugna e, nel nostro caso, in primis, nella cooperazione: operare, lavorare, insieme, senza discriminazioni! Decisamente un buon programma!

Dal punto di vista delle P. O. la Regione Lazio con il suo impianto legislativo fino ad oggi si è dimostrata all’altezza?

Mi risulta che la Regione Lazio abbia dedicato molta attenzione alle pari opportunità ed alla violenza contro le donne. Con la Legge regionale n. 4 del 2014 “Riordino delle disposizioni per contrastare la violenza contro le donne in quanto basata sul genere e per la promozione di una cultura di rispetto dei diritti umani fondamentali e delle differenze tra uomo e donna” ha previsto interventi finalizzati alla promozione di politiche integrate di prevenzione e contrasto alla violenza. Coerentemente con quanto tracciato anche dalla citata normativa, è stata la prima Regione d’Italia ad introdurre quindi una legge, la n. 7 del 2021, che promuove il rispetto della parità salariale fra uomini e donne, con specifiche previsioni in ordine alla conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro, all’equa distribuzione delle responsabilità di cura familiare ed alla diffusione di una cultura organizzativa non discriminatoria nelle imprese. La legge, inoltre, prevede per il triennio 2021- 2023 uno stanziamento regionale di 7,66 milioni di euro per il sostengo delle misure rivolte alla parità salariale. Vi è, poi, una “partecipazione” della Regione Lazio ad un progetto educativo, che mi ha molto colpita, perché rivolto ai bambini dai 6 anni in su, e credo che educare sia la vera chiave risolutiva delle questioni di genere e delle disuguaglianze. Si tratta della promozione, insieme ad altri enti ed associazioni, di PARI, un percorso di gioco, in collaborazione con Explora, il museo dei bambini di Roma (https:/ /www.mdbr.it/percorso-pari/?cli_ action= 1673 3 7 4625 .628), per approfondire diritti, doveri, uguaglianze, unicità. Vi sono allestimenti interattivi, attività didattiche, per bambini, scuole e famiglie.