COOP MEDITERRANEI, PER UN UMANESIMO DIGITALE …E COOPERATIVO

Perdere la partita dell’innovazione digitale: un disastro da scongiurare. Oggi ci sono strumenti e risorse per saltare sul treno giusto: quello della trasformazione digitale insieme alla Fondazione PICO che ha da poco ratificato con Legacoop Lazio una Convenzione per costituire un hub territoriale che sarà gestito dalla rete impresa Linum. Saranno la cooperativa Speha Fresia, Mediterranei e Astercoop a trascinare il mondo cooperativo laziale nel metaverso (e non solo), anche grazie alle risorse rese disponibili dal bando “Cooperazione digitale” di Google.org e Alleanza delle cooperative italiane.

“Oggi ci sono cooperative fortemente digitalizzate che riescono a competere sul piano internazionale grazie a una forte dose di innovazione. Abbiamo, però, anche realtà in cui manca la digitalizzazione di base, come del resto accade a molti soggetti economici in Italia. Ciò vale per il Lazio e per l’intero Paese- racconta Donato Montibello, vice presidente della cooperativa Mediterranei-. Il mondo cooperativo, nel complesso, dimostra con grandissimi esempi di digitalizzazione quali risultati si possano conseguire. La missione è quella di estendere questi esempi anche alle pmi”. Le opportunità sono enormi. “Le imprese che investono in tecnologia e che innovano maggiormente sono quelle che più crescono e che riescono ad assumere di più– ricorda il vice presidente-. E’ importante investire in tecnologie quali extended reality, blockchain, internet of things e intelligenza artificiale. Si può aumentare la sicurezza sul lavoro, migliorare il servizio all’utente, efficientare i processi, aumentare le opportunità di mercato, creare nuovi servizi…”.

Montibello fa parte di una coopstartup innovativa, di una comunità digitale composta da persone, da piccole imprese innovative e da artigiani del digitale che si pongono l’obiettivo di garantire a tutti l’accesso alla digitalizzazione, senza lasciare nessuno indietro. “Ci occupiamo in primis di Realtà Virtuale e Aumentata, Blockchain, Intelligenza Artificiale, IoT, Servizi Web e Smart City- spiega-. I team sono composti da competenze diverse: da quelle delle scienze informatiche e ingegneristiche a quelle economiche, giuridiche, sociali e comportamentali– continua-. I nostri soci e le nostre socie sono la struttura portante per le nostre competenze ed esperienze, ma ci avvaliamo anche di una rete di centri di ricerca di università nazionali e internazionali che coinvolgiamo e che accrescono il nostro livello di competenza e innovazione”. Della sua cooperativa, ci racconta: “Vogliamo dimostrare che anche nella digitalizzazione c’è spazio per quell’approccio italiano e mediterraneo alle cose che ci ha distinto e ci può ancora distinguere anche nell’innovazione”. E della sua coopstartup ci dice: vuole colpire nel segno di un “umanesimo digitale che metta al centro le persone in quanto parte delle comunità”.
“Molto spesso le grandi innovazioni hanno dimostrato di saper agire in profondità nelle comunità, hanno cambiato i modi di vita e i modi di stare insieme. Il modo di essere comunità. Il nostro compito, mediante lo stretto rapporto con le cooperative che sono una parte fondamentale della società e la vivono ogni giorno, è quello di contribuire a questa innovazione sociale perché sia democratica, inclusiva, sostenibile e solidale” ci ha detto Montibello in questa lunga intervista.

Donato, c’è la possibilità che le cooperative guardino con un po’ di diffidenza alla realtà aumentata e virtuale o all’intelligenza artificiale, considerato che spesso si occupano di creare contatti diretti e sinceri tra le persone nelle comunità, oltreché lavoro e benessere sociale? Come adattare la tecnologia al loro sistema di valori per non rischiare che la tecnologia lo intacchi, un po’ come fece a suo tempo l’industrializzazione con la società dell’epoca?

Probabile, ma il cambio di fonti energetiche e di tecnologie che determinano ogni rivoluzione industriale, portano a cambiamenti sociali, a nuove organizzazioni di vita, a nuovi bisogni e a nuove necessità. Pensiamo al vapore, alla meccanizzazione della produzione e conseguentemente all’urbanesimo nella prima rivoluzione industriale, poi all’elettricità, al fordismo e alla produzione di massa nella seconda con l’affermazione della classe operaia, all’informatica e all’elettronica nella terza che trasforma di nuovo i modelli della società che potremmo dire sono passati nel tempo da classi a reti di bisogni. Se ci pensiamo oggi il digitale è disruptive e globalizzante allo stesso tempo. E’ un paradigma completamente nuovo che si è affermato a una velocità impressionante. Per questo cambiano le nostre comunità e le nostre connessioni e di conseguenza si evolve anche la cooperazione. La digitalizzazione ha posto già da anni un tema di sostenibilità sociale del nuovo sistema economico e produttivo, e pone e porrà sempre di più un tema di sostenibilità ambientale.
E’ vero che la digitalizzazione influisce con forza sulle nostre vite, ma è pur sempre vero che è solo uno strumento.

Come superare le diffidenze, allora?

Possiamo solo se impareremo a conoscere le tecnologie e sapremo usarle come strumenti utili alla nostra attività cooperativa, con una visione che metta al centro le persone e che migliori la vita delle persone. Solo così coglieremo e vinceremo una sfida importante in questa fase della storia, scegliendo come usare l’innovazione e preservando al tempo stesso il nostro sistema valoriale cooperativo. Inoltre molto spesso l’innovazione e gli strumenti tecnologici ci sono d’aiuto in questa sfida e sono molto più funzionali, simili e aderenti alle nostre sfide e al nostro modo d’essere di quanto ci immaginiamo. Pensiamo alla Blockchain: è relativamente nuova, la conosciamo poco e non ne abbiamo così tanta fiducia, ma se dovessimo produrre un grafico stilizzato di una blockchain e di una cooperativa probabilmente le disegneremmo allo stesso modo. Al netto di speculazioni e di promesse per facili guadagni con le crypto, la blockchain è una tecnologia importante per le attività quotidiane e di impresa. Se scriviamo blockchain su Google nelle immagini corrispondenti vediamo spesso dei nodi e delle piccole scatole piene di dati che si “parlano” e che sono tutte connesse tra di loro, allo stesso modo in cui potremmo rappresentare le connessioni di una rete di persone che animano una cooperativa.
Noi siamo una rete di persone connesse da un rapporto di fiducia, dagli stessi obiettivi e dallo stesso sistema valoriale. La blockchain è una rete digitale che determina e garantisce rapporti di fiducia attraverso un sistema tecnologico, che può essere uno strumento a disposizione delle reti di persone. Più aderente di così!

C’è già una richiesta da parte delle cooperative di servizi ad alto impatto digitale e quali lavori sono stati realizzati sino ad ora dalla coopstartup Mediterranei?

Siamo una cooperativa molto giovane, ma i nostri soci portano con sé un importante bagaglio di esperienza nel campo dell’innovazione digitale. Oggi ci stiamo già confrontando con vari settori e con diverse cooperative in giro per l’Italia, dal mondo del turismo, a quello della cultura, alle attività sociali, all’internazionalizzazione e al marketing, alla produzione, ai servizi, fino alla gestione dei processi. Se ci riferiamo alla realtà virtuale ad esempio ad oggi abbiamo già sperimentato e portato avanti un sistema in VR in supporto complementare all’ordinaria attività terapeutica per persone con disturbo dello spettro autistico per aiutare i ragazzi a sviluppare le capacità di affrontare determinate situazioni quotidiane.
Stiamo costruendo il primo Museo completamente interattivo sulla Strage di Capaci, unendo Realtà Aumentata, Realtà Virtuale ed intelligenza artificiale, in un progetto ambizioso che guarda al carattere internazionale del museo e promuove un’esperienza altamente immersiva nei luoghi simbolo della lotta alla mafia. Stiamo costruendo una piattaforma che guarda al mondo del turismo, con un’ampia rete di cooperative e che tiene insieme servizi di digitalizzazione web di base, assistenti virtuali intelligenti, un sistema di blockchain per l’interazione digitale con i turisti, la geolocalizzazione e la realtà aumentata per assistenza ed esperienze immersive e coinvolgenti.
E non meno importante un sistema di Edutainment in VR per il turismo scolastico e per la sensibilizzazione su temi importanti come la cultura e l’ambiente. Stiamo lavorando con una rete di cooperative sociali fortemente dinamica e stiamo costruendo insieme un’infrastruttura digitale per il miglioramento del lavoro dei soci e dei lavoratori della rete e per aumentare i servizi e l’assistenza di chi si rivolge a loro ogni giorno.
Il concetto del lavorare insieme alla costruzione delle infrastrutture digitali è molto importante, perché solo grazie al know how delle cooperative noi saremo in grado di costruire soluzioni tecnologiche adeguate alle esigenze delle imprese. Senza quella conoscenza e quell’esperienza fatta dal lavoro quotidiano di tante persone non potremmo mai essere efficaci e non potremmo mai costruirle da soli.

La collaborazione con la Fondazione Pico: quale ruolo avrete?

Siamo molto contenti di poter lavorare con la Fondazione Pico come partner nazionale. Il progetto della Fondazione comporterà grandi opportunità per le cooperative e lavoreremo concretamente condividendo percorsi e obiettivi. Il lavoro è già iniziato, noi siamo pronti e siamo determinati a dare il nostro contributo con forza e con passione. Ci troveremo davanti alcune opportunità da cogliere, molte altre da costruire insieme.
Le Piattaforme Cooperative, le Comunità Cooperative Digitali, i Dati sono solo alcuni dei temi che ci troveremo di fronte.
Ed è per questo che sarà centrale il lavoro di tutti per sostenere al meglio il progetto Pico e per creare quelle infrastrutture digitali che oggi sono strategiche e che sarebbe molto importante costruire ora, che saranno un patrimonio prezioso per la Legacoop e che potranno garantire innovazione e nuovi servizi alle cooperative.

Il bando della Fondazione Google. Un commento su questo binomio insolito: cooperative, colosso della gig economy e trasformazione digitale e tecnologica

Il bando Cooperazione Digitale è indubbiamente un segnale positivo per la digitalizzazione delle cooperative. Abbiamo davanti tre anni in cui portare avanti best practices e percorsi di innovazione tecnologica per tante imprese cooperative. Non dimentichiamoci che la Fondazione Google ha già lavorato anche con enti pubblici nazionali, investendo direttamente nella formazione dei giovani e promuovendo la creazione di migliaia di opportunità di lavoro nel settore del digitale. Cooperative e Google è vero, sono un binomio nuovo, ma possiamo provare a farlo diventare molto interessante.

 

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