Roma, 7 settembre 2011 – La Direzione Nazionale di Legacoop, riunita in seduta straordinaria, ha ribadito la preoccupazione per la situazione economica e finanziaria del Paese ed ha verificato le gravi difficoltà che anche le imprese cooperative incontrano nella loro attività quotidiana, come riflesso diretto di processi innescati dalla crisi in atto: calo dei consumi, problematicità del rapporto con le pubbliche amministrazioni sul piano del mantenimento delle attività in appalto, crisi drammatica di alcuni settori (in particolare costruzioni ed immobiliare). Preoccupano, insomma, la capacità di tenuta complessiva del Paese e le sue conseguenze su un sistema, quello cooperativo, che, per difendere l’occupazione a fronte della crisi, ha operato significative riduzioni dei margini: una situazione sopportabile nel breve termine, ma che nel medio-lungo, traducendosi nella concreta impossibilità di nuovi investimenti, determinerebbe situazioni di criticità e di perdita di prospettiva per gran parte delle imprese cooperative.
A fronte di questa situazione, la Direzione Nazionale di Legacoop ha ribadito le posizioni espresse dall’Alleanza delle Cooperative Italiane sul merito dell’intervento deciso dal governo sulla fiscalità cooperativa, sottolineando come sia inaccettabile, nel momento in cui anche l’Unione Europea indica la necessità urgente di definire misure che aiutino la crescita, aumentare il prelievo fiscale nei confronti delle cooperative che anche negli ultimi due anni, in controtendenza con il dato complessivo del sistema produttivo, hanno salvaguardato l’occupazione, il reddito dei lavoratori ed il potere di acquisto delle famiglie. Con un provvedimento del genere, secondo l’organismo dirigente di Legacoop Nazionale, si maschera, dietro la necessità di reperire risorse, un attacco alle cooperative, al principio di solidarietà tra persone e tra generazioni che esse realizzano, rendendo così possibile quel pluralismo delle forme di impresa che è una ricchezza per il mercato.
A tale proposito, la Direzione Nazionale di Legacoop ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dall’Alleanza delle Cooperative Italiane, la cui efficacia è stata testimoniata anche dalle molte voci che, a livello politico e sociale, si sono levate per criticare l’iniziativa del governo e in difesa del valore dell’esperienza cooperativa nel nostro paese.
La Direzione Nazionale di Legacoop ritiene necessaria una manovra equa che, invece di colpire i cittadini -sia direttamente con l’aumento delle aliquote IVA sia con tagli pesanti agli enti locali che si tradurranno in un drastico ridimensionamento dei servizi alla collettività- intervenga, ad esempio, sui capitali scudati ed i grandi patrimoni; una manovra che metta in sicurezza i conti pubblici ma, nello stesso tempo, reperisca risorse da destinare al sostegno dello sviluppo. In proposito, la Direzione Nazionale di Legacoop ritiene che, anziché tartassarle, lo Stato dovrebbe stare al fianco delle imprese che investono e promuovere azioni che incoraggino i cittadini ad investire anche i propri risparmi: ad esempio con una riduzione dei tassi dei mutui, che potrebbe stimolare una decisa ripresa dell’edilizia abitativa e rimettere in moto il settore delle costruzioni che è, anche per l’indotto industriale e di servizi che determina, un importante volano per il rilancio dell’economia nazionale.
La Direzione Nazionale di Legacoop si è poi soffermata sull’art. 8 della manovra, ribadendo la posizione che era stata espressa congiuntamente dal tavolo delle parti sociali negli incontri e nel documento consegnato al governo: lungi dall’essere regolate per decreto, le materie inerenti i rapporti di lavoro e la contrattazione debbono essere lasciate al libero confronto ed all’autonomia negoziale delle parti sociali.
A conclusione dei lavori, la Direzione Nazionale di Legacoop ha espresso un forte apprezzamento per il costante richiamo del capo dello Stato alla necessità di coesione e di assunzione condivisa di responsabilità ed ha ribadito, in linea con la posizione espressa a fine luglio dalle organizzazioni di rappresentanza di banche ed imprese e dai sindacati confederali, l’esigenza di una forte discontinuità capace di recuperare immediatamente la credibilità perduta, e di realizzare un progetto di crescita del Paese che assicuri la sostenibilità del debito e la creazione di nuova occupazione.