GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE COOPERATIVE: IL PRESIDENTE ROSARIO RICCIOLUTI RACCONTA NUOVA SAIR

In occasione della Giornata Internazionale delle Cooperative 2019 “COOPS 4 DECENT WORK – Le Cooperative per il lavoro dignitoso”, il Presidente Rosario Riccioluti racconta Nuova Sair.

La Giornata Internazionale delle Cooperative è un momento importante per riflettere sul cammino fatto e sulle sfide che attendono la Nuova Sair ed il mondo della Cooperazione nei prossimi anni. Lei che ne pensa?
E’ una giornata importante che obbliga ad una riflessione sul modo di concepire la Cooperazione e dunque le realtà di Nuova Sair, con uno sguardo che trascende le valutazioni di ordine economico, pur fondamentali, ponendo quale fine la persona, nella sua interezza e in tutte le forme di fragilità. Di questo siamo chiamati a prenderci cura, in una visione sussidiaria del welfare, con persone qualificate professionalmente e nutrite da una costante formazione sui temi della salute e sui modelli organizzativi di cura, generati dalle politiche sanitarie.
Difatti, l’inizio dell’avventura di Nuova Sair risale al 1991, anno in cui malattie come l’Aids dovevano essere approcciate con capacità relazionali e competenziali innovative ed umane e, soprattutto nelle nostre fattispecie, finalizzate all’assistenza domiciliare. Da lì un percorso “in fieri”, che ha tenuto conto del plus-valore della dimensione etica e professionale dei soci cooperatori.
Oggi, nella situazione economica e nei momenti di crisi, in un contesto politico di polisemanticità e che ha riverbero nel mondo della salute, essere Cooperazione è un approccio audace legato indissolubilmente al vero fine, che è il bene della persona fragile e dell’intero sistema, che essa può non solo ausiliare ma co-partecipare con competenza e professionalità rendendolo più sostenibile.
E’ uno sguardo che va oltre e che si intesse in un ordito che possiede la stessa dignità di altri “sistemi” ed imprese.
Credo sia stato questo, in 28 anni di lavoro e di competenza, il nostro habitus e continuerà ad esserlo. Abbiamo curato ogni piccola parte e come scriverebbe Pèguy: “ogni parte era lavorata con la medesima perfezione delle parti che non si vedono secondo lo stesso principio delle cattedrali…il lavoro stava là…e si lavorava bene”.
Questo, forse, il nostro segreto…

Quali sono le vostre attività preminenti?
La nostra realtà si è sviluppata nel corso degli anni su tutto il territorio nazionale, con una organizzazione ed offerta di servizi sanitari sociali e socio-sanitari molteplice e articolata che gradualmente sta abbracciando tutte le principali aree di intervento a favore della fragilità: dalle persone con disturbi dello spettro dell’autismo agli anziani con polipatologie, dalla gestione assistenziale dei penitenziari a persone con disabilità fisica, psichica, sensoriale.
Il filo conduttore di tutti gli interventi è la nostra tensione all’eccellenza, costruita su una comune volontà di implementare le competenze specifiche e quelle relazionali in tali contesti. Le nostre attività si sviluppano anche attraverso partnership con enti pubblici e privati, ispirate ai principi di sussidiarietà e complementarietà, avendo come fine la risposta ai bisogni emergenti di natura sociale e sanitaria.
La Cooperativa oggi è pronta come partner alla costruzione di nuovi modelli di sviluppo, in grado di valorizzare, attraverso sinergie con il territorio ed i cittadini, il lavoro come elemento fondante della vita comunitaria. A tal proposito, uno dei modelli, tra l’altro più significativi, è l’assistenza domiciliare nella quale siamo accreditati.
Altra peculiarità è l’interesse verso il mondo dell’autismo nelle sue varie dimensioni, che curiamo e seguiamo secondo dei modelli integrativi e personalizzati, con un costante rigore metodologico e scientifico. C’è poi il mondo, sconosciuto a molti, dei penitenziari, con tutte le complessità che comporta la gestione di essi, di cui siamo divenuti un’eccellenza.
Un punto di particolare interesse e sviluppo è stato il mondo degli Enti Ecclesiastici e Religiosi, nel quale sono significative le competenze relazionali e l’utilizzo di linguaggi originali, che ci han permesso di essere conosciuti in questi alvei (CEI, Vaticano, Vicariato, Congreghe ed Ordini Religiosi, ecc…).
Anche nel mondo degli anziani, utilizziamo metodologie di approccio olistico che promuovono maggiormente l’autonomia o i margini di essa quali, ad esempio: tangoterapia, terapia della bambola, teatro, pittura, ecc.
Dunque un mondo variegato, complesso eppur affine alla nostra “mission” fatta di incontri, di relazioni, che si aprono ad orizzonti culturali ed accademici. Un micro mondo, raccolto ed aperto a relazioni di senso e di valore per delle forme di impresa, che ha tra i suoi fini coinvolgere il mondo giovanile che voglia percorrere questi sentieri.

E il futuro, Dott. Riccioluti?
E’ adesso. Con coraggio, passione e prudenza proseguiamo il cammino…