ALIMENTAZIONE: Rapporto Cooperazione agricola, nel 2010 il fatturato è cresciuto dell’1,5%

14/06/2011

Nel 2010 il fatturato della cooperazione agricola è cresciuto dell’1,5%, superando i 34 miliardi di euro e dimostrando di avere gli anticorpi per la crisi, nonostante il leggero calo sul fronte occupazione (-0,3%). Sono i dati di proiezione 2010 del Rapporto dell’Osservatorio del mondo cooperativo, presentato questa mattina a Roma. Nel 2009, si legge nel Rapporto, le adesioni dei soci superano le 863mila unità, per un totale di 5.834 imprese con una dimensione media aziendale di 5,9 milioni di euro; il 54% del fatturato però ricade nella classe oltre i 40 milioni di euro, a cui corrispondono 108 coop le più strutturate, mentre quella inferiore ai 2 milioni registra appena il 7% della ricchezza complessiva.

Se resta immutata rispetto all’anno precedente la configurazione territoriale, con il 43,5% delle coop localizzate nel meridione, il 41,6% nel Nord e il 14,9% nel Centro Italia, per quanto riguarda gli incrementi di fatturato, il primato spetta al Sud (+22%), seguito dal Nord (+12,5%) comunque in testa con il 78%, e il Centro (+7,2%). Quanto alla distribuzione del fatturato per comparto, in testa c’é l’ortofrutticolo, seguito da zootecnico, lattiero-caseario e vitivinicolo.

“Non possiamo permetterci di lasciare indietro nel processo di sviluppo del Paese, una parte importante come il Mezzogiorno, dove si trova il 43,5% delle nostre cooperative – ha affermato Giovanni Luppi, presidente di Legacoop-Agroalimentare – Senza il Sud, ogni anno si perderebbero 15,8 miliardi di euro ovvero la cifra pari al valore della produzione agricola dell’area. Dobbiamo proseguire nella direzione già intrapresa con esempi virtuosi di alleanze tra cooperative del Nord e del Sud che valorizzano le produzioni italiane e arrivano a completare il processo fino alla presenza dei prodotti sugli scaffali della Gdo. Il nostro obiettivo è quello di individuare delle imprese cooperative leader nelle filiere più importanti che avranno la funzione di costituire le locomotive attorno alle quali creare dei sistemi integrati con le cooperative del Sud disponibili e pronte per le sfide del mercato, in modo da ampliare la gamma dell’offerta ai canali distributivi”.

“E’ l’avvio di una nuova fase – ha proseguito Gardini – per la quale chiederemo alle strutture del Nord di decidere di investire nel Sud ma lo Stato non stia a guardare, deve anch’esso fare la sua parte. Ad esempio chiediamo che siano reintegrati i fondi FAS destinati al finanziamento dei contratti di filiera fermi ormai da quattro anni. Nei mesi scorsi, il Parlamento ha esteso i contratti di filiera anche al Nord quindi ci sarebbero tutti i presupposti per creare delle filiere settoriali integrate Nord-Sud”.

fonte: Help CONSUMATORI