ARCHEOLOGIA, ARX: “NIENTE FONDI PER I MUSEI. SETTORE A RISCHIO: I GIOVANI RISCOPRANO LE COOPERATIVE”

ARX E IL MUSEO DELLA PREISTORIA DELLA TUSCIA E DELLA ROCCA FARNESE DI VALENTANO          Rovi che invadevano l’intera pavimentazione, tetti crollati, graffiti sui muri: la Rocca Farnese di Valentano è stata lasciata a lungo all’incuria. Torre di avvistamento, residenza dei Farnese tra il 1354 e il 1649, granaio, prigione e infine monastero di clausura nel 1730 per poi essere usata come guarnigione di un gruppo di zuavi pontifici contro i garibaldini: eppure, il valore della storia secolare di questo luogo agli occhi della comunità di Valentano si racconta tutta in un cartello che intima: “Attenti al cane”. Perché tra le sue mura vi hanno abitato e trovato rifugio tante famiglie durante la Seconda guerra mondiale, per poi continuare a essere frequentata nel tempo: dai bambini per andare a scuola, dai musicisti per esercitarsi, dalla gente per festeggiare in serate danzanti. Pietra dopo pietra, però, questo bene ha rischiato di disintegrarsi. Fin quando non è stato restaurato e progettato il Museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese di Valentano.

“Dall’ideazione sino al progetto di allestimento, dai plastici fino ai pannelli video e alle ricostruzioni, la cooperativa ARX ha partecipato all’intera realizzazione del Museo – racconta Anna Maria Conti, presidente dell’impresa associata a Legacoop Lazio-. Avevamo progettato un salotto perché la comunità potesse continuare a riunirvisi, realizzato un bar, un punto vendita e una sala studio, creato laboratori per la didattica, il restauro, la fotografia. Avevamo avuto grande attenzione alla comunità e immaginato strutture autonome anche rispetto al Museo ma noi lo abbiamo gestito solo per quattro anni. Poi, sta alle amministrazioni cogliere lo spirito della progettazione e farlo rivivere. Spiace dire che spesso questa capacità manca”.

Protagonista dell’allestimento dei principali Musei sul Lago di Bolsena (Valentano, Gradoli, Latera, Capodimonte, Bolsena, Canino), ARX ha partecipato, tra gli altri, anche al progetto della Navigazione nelle Acque Interne a Capodimonte, dove è stata allestita in modo scenografico la piroga del Bronzo Finale recuperata e restaurata per molti anni dalla Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale.

SETTORE MUSEOLOGICO FERMO NEL LAZIO: NIENTE PIU’ FONDI, MENTRE LE SOPRINTENDENZE SONO IN AFFANNO          “Attualmente, però, il settore museologico è fermo. Non ci sono stati più finanziamenti per i musei come quelli ai quali abbiamo lavorato noi. La Regione Lazio ha finanziato nel tempo progetti bellissimi ma poi ci sono stati sempre meno fondi per la cultura” chiarisce Conti. “Per quanto riguarda gli scavi, tutte le nuove campagne oggi sono incentrate in zone come Pompei, Ercolano, il Parco del Colosseo. Non sono nuove ricerche ma ampliamenti di ricerche fatte all’interno di aree già gratificate”.

La cooperativa si è da tempo dedicata di più alla didattica e alla valorizzazione partecipando ai bandi Zetema per la didattica nei Musei di Roma. “Inoltre, abbiamo vinto diversi bandi con progetti che cercano di coniugare contenuti scientificamente più validi con quelli a carattere divulgativo, collaborando anche con gruppi di musicisti e rievocatori, con proposte a tema” racconta la presidente. Gli anni del blocco della pandemia sono alle spalle. Ma a spaventare è il persistere di un sistema che premia il massimo ribasso. “Negli anni abbiamo fatto tanta assistenza archeologica per grandi ditte ma ora abbiamo rinunciato perché non era più economico partecipare. C’erano ribassi assurdi” commenta, aggiungendosi al coro di voci che tra le cooperative associate a Legacoop Lazio lamenta una persistente diffusione di bandi al massimo ribasso nel settore. “Queste grandi ditte continuano a presentare bandi simili ma sanno che chi vi partecipa non può lavorare in maniera professionale. Dovrebbero essere le Soprintendenze a bloccare iniziative di questo tipo. Ci sono persone che in poche ore vanno su tre cantieri diversi in modo che così possano essere pagati a giornata. Noi lavoriamo in tutt’altro modo”. L’alternativa, dunque, è lavorare con realtà come il SIMU, il Dipartimento del Comune di Roma, che continua a fare bandi per assistenza a cantieri archeologi e con i privati.
A non aiutare è la situazione in cui versano le Soprintendenze. “Prima dello smembramento, funzionavano molto bene. Ora è come se si fossero disintegrate – denuncia la presidente di ARX-. Non c’è più personale, il territorio è lasciato a sé stesso”.

L’APPELLO AI GIOVANI ARCHEOLOGI: DIVENTATE SOCI E SCOPRITE IL VALORE DELLE COOPERATIVE           Nel frattempo, offrire lavoro in maniera continuativa ai professionisti del settore diventa sempre più difficile per molte realtà. Quando, come nel caso di Arx, vi è la possibilità, molti sono restii nell’abbandonare la libera professione e nell’associarsi a cooperative preesistenti. “Alcuni preferiscono aprire nuove realtà grazie agli incentivi per le startup – conclude Conti – . Non si comprende il valore dello stare in cooperativa in qualità di soci in realtà come la nostra in cui il presidente guadagna quanto tutti gli altri e si ha la possibilità di avere controllo democratico delle scelte”. E la spia è accesa: realtà cooperative che hanno acquisito un grande know – how nel tempo e partecipato a grandi sfide che hanno reso immortali i beni culturali del Lazio e dell’Italia rischiano così di interrompersi al sopraggiungere della necessità di un ricambio generazionale. “Per questo Legacoop Lazio incoraggia i professionisti del settore a conoscere e valutare le opportunità e le sfide che una cooperativa offre a chi desidera lavorare nel settore – afferma il presidente della Lega regionale, Mauro Iengo-. Si tratta di poter lavorare tra pari e in una forma imprenditoriale democratica e aperta con professionisti che hanno partecipato a grandi progetti e che consentono a chi lo desideri di inserirsi in un contesto che può fare da scudo in situazioni di grande difficoltà e precarietà come quella che purtroppo vivono molti liberi professionisti del settore“.

Foto di Thanasis Papazacharias da Pixabay