“La montagna ci protegge e impedisce ai kiwi di essere gelati dal freddo. Nella nostra cooperativa coltiviamo cocomeri di vari tipi, sia con seme che senza. Abbiamo quelli neri, quelli striati, le angurie gialle e anche quelle baby con microsemi, e poi ovviamente anche la classica anguria lunga. Negli ultimi tempi, la domanda si è spostata verso l’anguria baby, quella piccola, che ha una grande qualità, e in particolare verso la variante senza semi, molto apprezzata nei supermercati italiani e all’estero, soprattutto in Germania”.
La presidente della cooperativa Botticelli di Sezze, in provincia di Latina, racconta la storia di una impresa che fattura 11 milioni di euro e raggruppa 22 conferitori del territorio attorno alla produzione di carciofi, kiwi, zucca, cocomeri ma anche cavolo, verza, bieta, cicoria, meloni, agretti, insalata e cicoria.
“Una parte significativa delle nostre vendite relative ai cocomeri, parliamo di circa 4 milioni di euro, proviene dal mercato estero, soprattutto dalla Germania” spiega Luciana. “Collaboriamo con diversi supermercati tedeschi, come Kaufland e Edeka. La nostra produzione proviene in gran parte dai soci conferitori. I cocomeri, i kiwi e le zucche sono i nostri articoli principali per l’esportazione, mentre sul mercato interno italiano vendiamo una gamma più ampia di prodotti attraverso anche la rete della gdo” dice.
“Utilizziamo plastica biodegradabile per la pacciamatura e abbiamo installato impianti fotovoltaici grazie al PSR. Abbiamo anche in programma di fare ulteriori investimenti in fotovoltaico grazie ai fondi del PNRR” racconta, interrogata sulle prassi in termini di sostenibilità introdotte nell’azienda. “L’anno scorso abbiamo avuto molte difficoltà a causa delle forti piogge che ci impedivano di entrare nei campi per piantare i cocomeri. Quest’anno, invece, abbiamo avuto più siccità, e non ha piovuto per mesi. Per questo agosto è prevista più acqua, il che aiuterà a mantenere i terreni più freschi e a ridurre la richiesta di irrigazione – spiega-. Cerchiamo di adattarci alle condizioni climatiche scegliendo i terreni adatti per le diverse fasi di piantagione”.
Le difficoltà dovute al cambiamento climatico, comunque, si ripresentano ciclicamente nel tempo. “Quest’anno la siccità ha anticipato sia la coltura che la fine del raccolto dei carciofi. Questo ha causato una carenza di carciofi che ha colpito tutti, non solo noi. Per quanto riguarda i kiwi, l’anno scorso la produzione è stata bassa, ma quest’anno sembra migliore” ricorda Luciana Botticelli, che gestisce oltre 300 ettari di terreno, tra proprietà e affitto. Quarantaduenne, la donna amministra una cooperativa che offre lavoro a trenta operai in una cooperativa che ha come media di età dei conferitori più di cinquant’anni. “Trovare la manodopera è diventato sempre più difficile, nonostante abbiamo introdotto anche macchine che facilitino il lavoro dei contadini. La raccolta delle verdure a mazzetto, ad esempio, richiede macchinari all’avanguardia. Abbiamo provato a utilizzare una macchina per la raccolta, ma non è ancora perfetta. La manodopera specializzata è difficile da trovare e formare, sia per la raccolta manuale che per la gestione dei trattori” commenta.
Per il futuro, dice: “Vogliamo continuare a investire in tecnologie innovative e sostenibili, migliorando la qualità e la varietà dei nostri prodotti. Stiamo anche cercando di affrontare le sfide della manodopera e delle condizioni climatiche per garantire una produzione costante e di alta qualità”.
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