CIVITAVECCHIA: PER FEDERLAZIO E LEGACOOP LAZIO “TRANSIZIONE ENERGETICA” SIGNIFICA PROGETTARE UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO LOCALE

FEDERLAZIO e Legacoop Lazio proseguono il lavoro congiunto di interlocuzione con le Istituzioni e di supporto alle imprese operanti nel territorio di Civitavecchia, con l’obiettivo di trasformare il dibattito sulla “transizione energetica” in un’occasione per elaborare un nuovo modello di sviluppo locale.
Proprio per questo, le due Associazioni di Categoria hanno recentemente elaborato un documento di osservazioni e proposte, indirizzato ai principali attori coinvolti nella “transizione energetica” dell’area di Civitavecchia.
Dagli anni ‘50 la presenza di ENEL, grazie alla favorevole posizione geografica di Civitavecchia ed al ruolo della politica locale, è cresciuta con la realizzazione di più impianti di produzione di energia (Centrali di Fiumaretta, di Torrevaldaliga Sud e di Torrevaldaliga Nord), che le hanno permesso di acquisire in Italia una posizione di rilievo nell’ambito del “power generation” e hanno sicuramente influenzato lo sviluppo imprenditoriale locale, segnandone di fatto il modello di crescita.
Il recente avvio del processo di decarbonizzazione, non accompagnato da un adeguato e alternativo modello di sviluppo locale, ha quindi messo in crisi un intero territorio e a repentaglio l’occupazione di centinaia di addetti diretti e appartenenti all’indotto.
L’apporto economico-occupazionale che potrà offrire il “Turbogas”, attualmente individuato come soluzione transitoria in sostituzione dell’impianto a carbone, risulta assolutamente irrilevante stante la situazione corrente, oltre a non offrire una reale svolta “green” in termini puramente ambientali.
Mantenendo l’imprescindibile obiettivo della decarbonizzazione entro il 2030, avrebbe quindi più senso superare l’ipotesi della riconversione a gas dell’impianto di Torrevaldaliga Nord e lavorare invece alla creazione di una economia equivalente ed alternativa, in grado di coniugare sostenibilità ambientale e occupazionale.
Nel documento realizzato dalle due Associazioni vengono già delineate alcune possibili soluzioni di sviluppo, come il ripristino dell’investimento di 300 milioni di euro per la realizzazione del parco eolico (e eolico offshore) o la costituzione delle “hydrogen valleys”, ovvero zone di produzione e consumo dell’idrogeno verde in grado di ripensare anche l’intero ciclo del trasporto-rifornimento-stoccaggio dell’area afferente al porto di Civitavecchia. A queste, si aggiungono le progettualità relative al GLS (gas naturale liquefatto), per nuove navi a basso impatto ambientale.
Un possibile driver di sviluppo potrebbe essere rappresentato anche dal progetto Enel Logistics, il cui obiettivo è quello di proporsi come partner logistico per tutti i soggetti (aziende, player logistici, operatori portuali) che hanno la necessità di movimentare e gestire volumi in import ed export, secondo i principi di sostenibilità e innovazione che guidano il gruppo.
Alle progettualità marcatamente imprenditoriali dovrebbero poi affiancarsi alcune iniziative più politiche, come il riconoscimento dell’Area di Crisi Complessa e l’istituzione del Contratto d’Area per il territorio di Civitavecchia e Comuni limitrofi (Tarquinia, Allumiere, Tolfa e Santa Marinella), insieme alla messa in campo di strumenti in grado di aumentare l’attrattività del territorio (realizzazione di una Zona Logistica Semplificata, utilizzo fondi Recovery Fund) e il potenziamento di importanti infrastrutture locali (completamento Orte-Civitavecchia, collegamento metropolitano con Roma, implementazione collegamenti ferroviari Viterbo-Roma, ammodernamento rete viaria locale).
Stante il know-how acquisito negli ultimi decenni e l’evidente vocazione dell’economia locale, infatti, è indubbio che l’area di Civitavecchia e quella di Montalto di Castro dovranno comunque mantenere le caratteristiche di polo energetico anche in un prossimo futuro, in sinergia con le committenze del territorio.
Per raggiungere risultati soddisfacenti, in grado di tutelare l’ambiente ma anche i livelli occupazionali, è però imprescindibile che l’interlocuzione tra tutti i principali attori del territorio sia costante e che i momenti di incontro a tutti i livelli siano finalizzati ad affrontare già nel concreto nuove progettualità.

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