COMUNICATO: Assemblea delle Cooperative Agroalimentari del Lazio

Roma, 3 marzo 2012 –  Si svolge oggi a Roma,  alla presenza delle istituzioni regionali e delle forze politiche, l’Assemblea delle Cooperative Agroalimentari del Lazio, in preparazione dell’assise nazionale che si svolgerà sempre a Roma a metà marzo.

Al centro della discussione i temi del mercato e il rapporto fra produzione e GDO, a partire da quella cooperativa.

Il 2011 è stato un anno difficile per l’agricoltura con perdite che hanno raggiunto il 15- 20 % in settori come l’ortofrutta. E anche il 2012, nei primi mesi, sta confermando questa tendenza.

Il problema principale  è la ridotta dimensione e la debole  strutturazione che caratterizza le imprese, in parte anche le cooperative.

E’ necessario che si intervenga affinché si realizzi un sistema di reti, relazioni e aggregazioni. Il rischio altrimenti è la marginalità. La Lega delle Cooperative del Lazio si sta già muovendo in questa direzione, ma è necessario che vi sia a livello istituzionale una politica e una strategia più incisive.

C’è la necessità di semplificare e riordinare le strutture e sovrastrutture di servizio all’agricoltura e di realizzare una nuova legge di riordino del credito in agricoltura mirata a sostenere le imprese e l’accesso al credito delle stesse.

Chiediamo la costituzione da parte della Regione Lazio di una commissione straordinaria che riveda la struttura regionale di servizi, enti e istituzioni che troppo spesso si sovrappongono nelle funzioni e che vedono, in molti casi, una gestione del denaro pubblico in maniera privata. Consorzi di bonifica, Ardis, Astra, Apa, Arel, Enti parco, uffici periferici della Regione vanno superati, riorganizzati e le loro funzioni vanno riallocate in capo agli assessorati od altri enti territoriali, con una previsione di risparmio che supera i 150 milioni a regime.

Il futuro dell’agricoltura laziale, oltre alla sfida della qualità e dell’ innovazione, passa  attraverso la capacità di ridurre i costi dall’ampliamento dei servizi e dall’aggregazione dell’offerta, attraverso l’associazionismo e la cooperazione, condizione indispensabile per essere competitivi ed aprire nuovi mercati.

Il sistema cooperativo laziale copre il 36% della produzione agricola dello stesso territorio.

Nelle varie filiere la cooperazione regionale rappresenta una realtà ormai consolidata. Nell’ortofrutta, come nella viticoltura, nella zootecnia da carne e nel settore lattiero-caseario, la cooperazione si contraddistingue per la capacità di aggregazione e integrazione, che manca invece alle altre imprese, grazie anche alla presenza di grandi aziende nazionali ed internazionali come Granarolo, Apofruit e G.I.V. . Sono 130 le imprese laziali associate alla Lega delle Cooperative, con 12.000 soci agricoltori e 2.000 dipendenti, per un fatturato di circa 400 milioni di euro nel 2011.

 

Nel campo ortofrutticolo stiamo promuovendo l’istituzione di due importanti Distretti, quello “della quarta Gamma” a Latina (dove peraltro siamo leader del mercato con oltre 20 milioni di fatturato, con forniture dirette alla GDO) e quello “della Patata e degli ortaggi” (asparago di Canino, patata, cipolla rossa e aglio) a Viterbo, con l’obiettivo di rilanciare e valorizzare vecchie e nuove tradizioni di questi territori.

 

Non va dimenticato inoltre il settore del biologico, il quale rappresenta per Roma e il Lazio uno dei settori di attività più rilevanti.

Per questo promuoviamo la creazione del Polo Biologico del Lazio, il quale vedrà coinvolte realtà laziali come Bio Roma e Agricoltura Nuova insieme alla cooperativa veneta Primavera, una delle più grandi realtà nazionali.

Sarà inaugurato nel mese di maggio il nuovo stabilimento – piattaforma bio ad Aprilia e sarà uno dei più importanti in questa filiera.

La Lega delle Cooperative insieme alle altre centrali, con la neo-nata Alleanza delle Cooperative, si assume l’impegno di promuovere l’unità organica di tutta la cooperazione italiana e laziale. L’Aci può e deve essere la casa comune di tutti i cooperatori che vivono e lavorano per una nuova agricoltura. Non sarà una somma di sigle ma un progetto imprenditoriale, una opportunità per tutto il settore agroalimentare del Lazio.

L’altro tema, per noi importante e d’attualità, è quello dell’uso delle terre pubbliche ( i terreni delle compensazioni con i costruttori che superano i 700 ettari, a cui si aggiungono Castel di Guido, Tenuta del Cavaliere, Marcigliana, Mazzalupetto per 3000 ettari complessivi) e del futuro di Roma città agricola, della difesa dell’agro romano, del suo paesaggio attraverso l’assegnazione a cooperative di giovani. Da questa operazione, per altro prevista dal Decreto Monti Salva Italia, si potrebbero ricavare 1500 – 2000 posti di lavoro.

Ma per fare  tutto ciò è necessaria una strategia e strumenti finanziari di servizio della Regione Lazio, e dell’assessorato all’agricoltura in particolare, distratto ad occuparsi di eventi marginali e a sottovalutare le tante emergenze che riguardano l’agricoltura e i problemi strutturali di questo settore.

Un profilo quello dell’assessorato, insufficiente in questi due anni di attività e inadeguato dal punto di vista politico istituzionale.

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