EMANUELE BEVILACQUA E’ IL NUOVO COORDINATORE DI CULTURMEDIA LEGACOOP LAZIO

“Pronto a lavorare in squadra per ottenere risultati per tutti”. E’ così che Emanuele Bevilacqua ha inaugurato il suo mandato in qualità di nuovo coordinatore di Culturmedia Legacoop Lazio, durante l’Assemblea dell’associazione di settore che si è tenuta ieri a Roma. Già presidente di una cooperativa di professionisti nata da 3 giovani e in pochi anni arrivata a contare 50 soci, oggi Cda e responsabile Area Centro Sud di Doc Servizi, Bevilacqua sarà portavoce delle istanze del mondo della cooperazione laziale legata alla cultura e all’arte, al turismo, alla comunicazione, all’editoria e allo spettacolo, in anni densi di lavoro perché decideranno delle risorse del PNRR e precederanno e seguiranno il Giubileo. Entrambe occasioni per investire in uno sviluppo che coinvolga le periferie e i centri vicini o collegati alla Capitale ma anche una sfida tutta da costruire per l’intero Lazio, che metta al centro un settore che è stato tra i più colpiti dalla pandemia, che ha vissuto lo stop totale del lockdown e un difficile triennio.

“Il mio suggerimento è quello di interpretare questo ruolo di rappresentanza come se si fosse soci della più piccola delle imprese cooperative associate” ha dichiarato Fabio Mestici, ex coordinatore che ha lasciato il testimone a Bevilacqua, evidenziando la necessità di mantenere una “continuità nell’atteggiamento volto a mettere in rete e condividere progetti, iniziative ed esperienze imprenditoriali”. Una priorità per l’associazione di settore Culturmedia che nel Lazio conta, considerando anche le cooperative che hanno codici ATECO affini, 107 cooperative per un valore della produzione che si aggira intorno ai 55 milioni di euro.

“Per questo è fondamentale pensare a un superamento del modello organizzativo basato su steccati settoriali e agire su aree strategiche e macro progettuali – ha dichiarato Mauro Iengo, presidente di Legacoop Lazio-. Occorre perciò interrompere l’isolamento in cui le cooperative spesso operano: devono porsi nell’ottica di fare rete e guardare anche oltre lo steccato della cooperazione, cercando partnership con imprese di natura diversa e aderendo ai consorzi attivi nel Terzo Settore- ha continuato-. Siamo alla vigilia di eventi importanti per la nostra regione: dobbiamo perciò fare in fretta e deciderci a operare di più secondo una logica di sistema. E’ così che saremo più credibili nel dialogo con la PA e le Istituzioni”. “Fondamentale co-programmare e poi dobbiamo contrastare il lavoro povero aiutando anche la piccola cooperativa a fare una co-progettazione innovativa. E il Terzo Settore, quando si fanno le scelte e si sta nella stanza dei bottoni, deve poter contare” ha spiegato Francesca Danese, rappresentante del Forum del Terzo Settore.

“La collaborazione con il privato non è un tabù: è uno strumento possibile che va considerato senza pregiudizi – ha scritto all’Assemblea Miguel Gotor, Assessore alla Cultura di Roma Capitale-. La buona politica è quella che fa prevalere l’interesse pubblico nella stipula delle varie forme possibili di collaborazione. D’altra parte dall’Amministrazione Capitolina c’è una disponibilità all’ascolto delle varie proposte e al confronto”. Per il segretario generale Uil Lazio, Alberto Civica, “bisogna intervenire e investire nel settore culturale. La cooperazione, in tal senso, è uno strumento di potenza”. Le risorse, però, fino ad ora sono state scarse. “Quasi assente l’investimento in editoria in un momento in cui il costo della carta è aumentato del 110%” ha lamentato Lucia Visca, presidente della cooperativa AXIA. “Roma Capitale ha speso sino ad ora il 92% per attività culturali fatte nel famoso quadrilatero (Teatro di Roma, Teatro dell’Opera, Auditorium e Palazzo delle Esposizioni)” ha messo in evidenza il presidente della cooperativa Cinema Mundi. Le risorse destinate a tutti gli altri Municipi per le iniziative culturali sono poche. “Tuttavia, è possibile immaginare di costruire nuove politiche anche per favorire un accesso più equo e democratico alla cultura per tutti i cittadini. Possiamo poi anche pensare di superare il meccanismo del bando: non ritengo che sia per forza di cose lo strumento più democratico al quale possiamo ambire” ha ricordato Marco Della Porta, Presidente del XIV Municipio. Sull’inclusività e la democraticità delle politiche culturali anche in funzione anti-radicalizzazione, in riferimento ai fatti di questi giorni, è intervenuto invece Vito Scalisi, responsabile dell’Arci Roma.

“Prioritario, nonostante le difficoltà, mantenere ottimismo e spirito propositivo – ha commentato Giovanna Barni, presidente di Culturmedia Nazionale – affinché la cooperazione riunita in questo settore possa affrontare le sfide future garantendo uno sviluppo per tutta la regione”.

In poco tempo, infatti, bisognerà passare dall’ascolto all’azione e soprattutto alla capacità di investimento per tesorizzare i grandi eventi in programma in questi anni. E non solo. “Il Giubileo sarà una grande occasione per investire in una Roma fuori. Io sono contrario all’over tourism perché l’area di maggior frequentazione turistica nella Capitale va dai Fori Imperiali a Piazza Venezia e dal Pantheon alla Fontana di Trevi. E’ un rettangolo di 2 km per 1,5 km. E’ il 12% del centro storico e lo 0,2% dell’area del Comune di Roma- ha commentato Giuseppe Roma, presidente RUR Rete Urbana delle Rappresentanze-. L’86% di tutti i visitatori dei musei statali stanno in quel rettangolo. Il vero problema è la gestione di questi flussi. Le cooperative sviluppino una strategia per Municipi di valorizzazione del patrimonio culturale- ha continuato-. E poi vorrei vedere per la prima volta quelli del Tufello andare ad Ostia antica. Siamo tre milioni e mezzo di abitanti: è un mercato anche quello non legato al turismo” ha concluso. E in merito alla prospettiva del Giubileo, il presidente dell’VIII Municipio di Roma, Amedeo Ciaccheri, ha concluso: “E’ l’occasione per un turismo culturale che non tocchi solo la scocca della città ma vada dritto alla sua anima come solo la cooperazione sa fare”.

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