#FUTUROCOOP: GABRIELLI PARLA ALLE COOP SOCIALI

La cooperazione sociale è un valore aggiunto per la società, ma è necessario riconoscere che le vicende negative venute fuori con l’inchiesta Mondo di Mezzo hanno prodotto dei “guasti immensi”. Il prefetto di Roma Franco Gabrielli, intervenuto a chiusura del secondo giorno dell’Assemblea dei Delegati Legacoopsociali insieme al presidente di Legacoop Mauro Lusetti, va dritto al nodo problematico della cooperazione sociale.
“Dirò fin dall’inizio come la penso: io sono un convinto assertore della validità sociale della cooperazione, per quello che esprime, per la sua storia, per ciò che essa può dare a questa società sempre più ricca di problemi. Ma con analoga e schietta franchezza dobbiamo anche riconoscere quello che la cooperazione è stata da un punto di vista sicuramente non positivo”.
Il punto è, secondo Gabrielli, che la cooperazione sociale non è più soltanto un soggetto sociale, ma anche un soggetto economico, e questo produce tutta una serie di conseguenze. Ritornando sulla sua dichiarazione fatta nel settembre 2015 sul 5% “criminogeno” della cooperazione sociale, Gabrielli tiene a specificare: “non dissi che il 5% è criminogeno, ma che può rivelarsi tale; non che debba essere eliminato, ma che deve essere ripensato e rivisto”.
Il prefetto di Roma tocca senza troppa formalità i punti più nevralgici, a partire dalle vicende che hanno riguardato la cooperativa 29 giugno. “Il guasto che questi signori hanno prodotto è immenso. Partendo da questo non possiamo arrivare alla conclusione che la cooperazione sociale debba essere messa da parte o vanificata, però bisogna avere l’onesta intellettuale di prendere coscienza di questa situazione”.
Ci vorranno anni per recuperare questi guasti nella cooperazione, continua Gabrielli. Ma, rivolgendosi ai cooperatori in sala, pone la domanda: “ha più significato riaffermare una dichiarazione della propria innocenza o la salvaguardia degli interessi della cooperazione?”
“Io sono disposto da un lato a guardare con interesse a ciò che state facendo – e sembra sia veramente nell’ottica più giusta nel momento in cui dà ulteriori strumenti di verifica e controllo – ma voi dovete fare la vostra parte”, conclude il prefetto.
Anche il presidente di Legacoop affronta con decisione il tema della corruzione e del malaffare nel mondo cooperativo, ma sottolineando innanzitutto che “Mafia capitale deve essere identificata con le persone e non con le cooperative, perché così facendo recuperiamo l’orgoglio di quello che abbiamo fatto e stiamo facendo”.
In Legacoop, afferma Lusetti, “abbiamo cominciato a scrivere una pagina diversa cercando di fare cose diverse e di introdurre anche elementi di discontinuità rispetto al passato. E non perché abbiamo vergogna del nostro passato, ma perché ci rendiamo conto che se vogliamo perseguire gli obiettivi che abbiamo detto di voler perseguire, dobbiamo pensare in maniera diversa al nostro modo di fare cooperazione e impresa”.
“A partire da Mafia Capitale, ma anche a partire da Expo, abbiamo introdotto nuove modalità sui temi della legalità, alzando gli standard: abbiamo espulso e sospeso, agevolato i ricambi delle governance delle cooperative coinvolte, abbiamo richiesto coerenza e, nella stragrande maggioranza dei casi, quelle cooperative hanno risposto non in maniera formale”.

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