GENERACTION, LA COOPERAZIONE SOCIALE SI RACCONTA ALLE NUOVE GENERAZIONI

Due giorni di testimonianze e racconti per ricordare il valore e il contributo di un’esperienza unica di imprenditoria sociale che è stata riconosciuta giuridicamente in Italia solo con la legge 381/1991 ma che già da qualche decennio si era contraddistinta per la sua capacità di operare in favore del bene comune. Oggi il movimento immagina nuove evoluzioni per questa forma di impresa. E punta, inoltre, a coinvolgere i giovani attraverso il format “GenerAction – La cooperazione sociale in azione”.

Roma, 20 ott – Entra nelle case per garantire diritti, cambia la vita a chi convive con una disabilità, offre opportunità a chi ha uno svantaggio: la cooperazione sociale vive nelle testimonianze di chi la ha incontrata. Tra di loro, c’è Valerio, trasferitosi dall’Ucraina a Roma, diciassette anni e un sogno: diventare operatore sociale “perché riporta l’equilibrio laddove è andato perso”, dice. E poi c’è Francesco, suo coetaneo, che dopo un’esperienza in cooperativa ha capito di voler diventare psicologo. “Ho visto con i miei occhi come si possano cambiare le vite delle persone” dice.

Eppure, oggi, la cooperazione sociale attraversa un’emergenza: servono nuovi soci. Mentre la domanda di servizi cresce, le cooperative sociali faticano a trovare nuove leve. Perché questa forma di impresa sociale possa continuare ad essere uno strumento di riscatto e di trasformazione per le comunità, Legacoop Lazio e Legacoopsociali Lazio hanno dato vita al format “GenerAction La cooperazione sociale in azione”. Due giorni di dibattiti, giochi, laboratori, musica e performance artistiche che tra il 18 e il 19 ottobre hanno animato uno spazio offerto dal Social Fest del Municipio II di Roma.

“Fondamentale che i più giovani conoscano la cooperazione sociale e che se ne innamorino come è accaduto a tanti negli anni 70” ricorda Anna Vettigli, referente Legacoopsociali Lazio, nella due giorni che ha portato in scena il “libro vivente della cooperazione sociale”, un’esperienza di interazione face to face tra operatori sociali e pubblico.

Regolamentata dalla legge 381, la cooperazione sociale si è distinta come forma di impresa che opera per l’interesse generale della comunità solo nel 1991. Prima di quella data, molte cooperative sociali esistevano già di fatto ma non godevano di riconoscibilità legale.

“In quegli anni abbiamo combattuto affinché si desse dignità imprenditoriale a chi lavorava per finalità sociali, riconoscendo che mutualità, solidarietà e impresa possono coesistere” ha ricordato Mauro Iengo, presidente di Legacoop Lazio.

Con quella legge, si aprì la strada a un’esperienza preziosa di collaborazione e sussidiarietà tra pubbliche amministrazioni e cooperative sociali che si sono trasformate così in partner strategici del welfare pubblico. Fisiologica, inoltre, la co-progettazione con tutto il mondo del volontariato, anche perché molte cooperative sociali sono nate da esperienze associative.

“Oggi la cooperazione sociale è un movimento imprenditoriale importante – conclude il presidente Iengo – ma crediamo che questa forma di impresa possa andare anche verso un’ulteriore evoluzione: c’è bisogno, infatti, che la cooperazione sociale si allarghi alle famiglie che devono essere sempre più coinvolte nel governo delle cooperative stesse. Questo renderebbe il ruolo della cooperazione sociale molto più compenetrato verso gli interessi della comunità”.