(IM)PATTO SOCIALE: QUEL “NOI” CHE VUOLE VINCERE CONTRO LE POLITICHE DELL’ESCLUSIONE

Le cooperative sociali sostengono valori oggi impopolari di umanità e solidarietà, che le pongono ai margini di una società sempre più votata al profitto e sempre più convinta che gli ultimi rappresentino un peso, se non addirittura una minaccia. Esistono tuttavia tanti attori, dal mondo delle Istituzioni al Terzo Settore, che contrastano fermamente la scelta di trasformare i diritti in qualcosa di negoziabile, perché a rimanere in equilibrio non può essere sempre e solo la bilancia dei conti. Proprio nell’ottica di riunire questi attori e ragionare insieme su una vision condivisa, in grado di segnare il cammino del prossimo futuro, si è svolto a Roma il 19 giugno scorso il seminario “(IM)patto sociale – La cooperazione tra benessere e inclusione”.
L’iniziativa nasce dall’idea di fornire una rappresentazione della cooperazione sociale veritiera e non autoreferenziale, contrastando quei falsi luoghi comuni che hanno messo nell’angolo non solo la cooperazione ma anche quegli stessi diritti che questa va garantendo, attraverso i propri valori e il lavoro quotidiano di migliaia di soci.
E’ necessario portare avanti un enorme lavoro culturale, di informazione e di comunicazione, per consentire di distinguere i dati della realtà dalle generalizzazioni e dalla propaganda. E’ infatti più facile aggregare le persone intorno ad un nemico da combattere invece che lavorare congiuntamente ad una visione di futuro.
La visione di futuro della cooperazione sociale riparte dai diritti, concretamente e quotidianamente esigibili. Il lavoro è uno dei principali strumenti per garantire questi diritti alle persone, in particolar modo quelle svantaggiate. In questo le cooperative sociali italiane rappresentano dei modelli anche a livello europeo: sono oltre 25.000 le persone svantaggiate occupate in cooperative sociali a livello nazionale, circa 1500 solo nelle cooperative aderenti a Legacoopsociali Lazio.
Le cooperative sociali sono quindi la testimonianza che un’economia “diversa” è possibile, che esiste un modo per trasformare l’inclusione in una leva per l’occupazione, per l’erogazione dei servizi essenziali, per la creazione di una società più giusta e di un futuro davvero di tutti e per tutti.
Per dialogare su questo, nel corso dell’iniziativa organizzata da Legacoopsociali Lazio e Rete dei Numeri Pari in collaborazione con Legacoop Lazio, si sono riuniti il mondo delle Istituzioni, dell’Università, della Cooperazione e del Terzo Settore.
Sono stati Paolo Ciani e Marta Bonafoni, Consiglieri della Regione Lazio, e Andrea Venuto, Disability Manager del Comune di Roma Capitale, a portare in apertura il sostegno delle Istituzioni alla realizzazione di un percorso comune in grado di rilanciare la cooperazione sociale, come antidoto alle disuguaglianze e come leva per la creazione di una società più solidale.
Luigi Corvo, Andrea Volterrani e Gaetano Azzariti, docenti delle Università di Roma Tor Vergata e Sapienza, hanno arricchito la discussione rimarcando come il principio mutualistico della cooperazione sia oggi più che mai distintivo e necessario, per contrastare la spinta di chi disconosce l’inclusione come elemento fondante della storia dell’umanità.
A Giuseppe De Marzo, Coordinatore nazionale della Rete dei Numeri Pari, il compito di rimarcare con forza il “no” alle cieche politiche di austerity da parte di tutto il mondo del Terzo Settore, di cui la cooperazione sociale è parte attiva e fondamentale.
Le testimonianze di Mariolina Aveta, Cooperativa Sociale Iskra, e Eleonora Vanni, Presidente Legacoopsociali, hanno dato voce a quella cooperazione sociale impegnata quotidianamente a respingere gli attacchi di chi, strumentalmente, la accusa di fare “business” sulla pelle degli ultimi.
A concludere i lavori Anna Vettigli, Responsabile Legacoopsociali Lazio, e l’accorato intervento di Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera.
Noi siamo piccoli, io sono piccolo. Ma, per questo, sento ancora più prepotentemente il bisogno di costruire un noi. Perché è il noi che vince. – ha commentato Don Luigi Ciotti nel corso del suo intervento – La nostra vita è una sintesi instabile tra la realtà e il sogno. Ma, voi me lo insegnate, i nostri sogni sono stati anche possibili. I sogni che abbiamo costruito tutti insieme hanno dimostrato che, se uniamo le forze, è il noi che vince.

Guarda l’intervento di Don Luigi Ciotti:

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