E’ una storia lunga cinquant’anni quella del primo supermercato di Coop a Roma. Nato in periferia da una iniziativa della cooperativa Proletaria di Piombino, subì a lungo forti resistenze in alcuni ambiti economici e politici della Capitale. Alla sua apertura, però, il supermercato Coop di Largo Agosta accolse migliaia di persone. Fu un vero successo.
Cinquant’anni dopo quell’esperienza, Unicoop Tirreno ha ricordato insieme ai suoi soci quell’inaugurazione, organizzando l’evento “La Coop a Roma – Cinquant’anni di storia e di valori”, tenutosi il 14 ottobre nello stesso quartiere in cui tutto ha avuto inizio.
“Nessun fenomeno economico riesce a sopravvivere così a lungo. Se non si ha una visione, uno scopo, una missione, si viene superati. Noi invece siamo sempre qui” ha ricordato il presidente di Unicoop Tirreno, Marco Lami, durante l’evento moderato da Massimo Pelosi, Resp. Legacoop Lazio Nord, e da Francesco Barreca, Pres. Sez. soci Coop Roma Largo Agosta, dopo i saluti istituzionali di Daniele Leodori, vice presidente della Regione Lazio, Mauro Caliste, presidente Municipio V e Monica Lucarelli, assessore alle Attività Produttive.
“Cinquanta anni dopo, Coop rimane fedele ai suoi principi dando vita a una linea a marchio, per mettere a disposizione delle famiglie, proprio mentre l’inflazione sta galoppando, prodotti etici e di qualità a prezzi contenuti” ha commentato Maura Latini, ad di Coop Italia.
E “a far sì che il primo supermercato nella Capitale fosse così apprezzato alla sua nascita fu proprio la funzione calmieratrice dei prezzi” ha ricordato Pino Bongiorno, autore del libro in prossima pubblicazione “La Coop a Roma. Per una storia della cooperazione nel Lazio”, nelle cui pagine ricorda: “La Federcoop rispose al clima di opposizione con una vasta azione di sostegno popolare intorno all’iniziativa della Proletaria. Innanzitutto attraverso una campagna di informazione su cosa fossero le cooperative di consumo: organizzazioni nelle quali gli stessi consumatori si associano, acquistando i generi alimentari direttamente dai produttori e rivendendoli a prezzi calmierati”.
Eppure, ha aggiunto Mauro Iengo, presidente di Legacoop Lazio, nel tempo “Coop ha saputo andare ben oltre la definizione di scopo mutualistico inteso come possibilità di ottenere il prezzo più vantaggioso nell’acquisto di beni e servizi per i soci- ha spiegato-. Se questa storia ha avuto successo è perché Coop ha saputo diventare punto di riferimento per una comunità”.
Nata in periferia, Coop ha scelto di rimanerci e di partecipare attivamente alla vita della comunità. “E’ una delle caratteristiche che la accomuna a Sant’Egidio: è nata nelle borgate e ha scelto di restarci. E, cosa più importante, ha dato vita a questo forte senso del noi che si respira anche questa sera” ha detto Stefano Carmenati, amministratore della Comunità, che ha ricordato i risultati delle recenti campagne di fundraising in sostegno della vaccinazione contro il Covid in Africa e quella per l’Ucraina realizzate insieme a Coop. Dell’aiuto all’Afghanistan come agli ucraini e agli italiani più bisognosi durante la pandemia, ha invece parlato la portavoce del Forum Terzo Settore Lazio, Francesca Danese, che ha raccontato di come tanti dipendenti Coop si siano anche autotassati per dare un supporto in più e di come altrettanti referenti Coop si siano immediatamente messi a disposizione per sostenere le iniziative. Solidarietà, dunque, ma anche rispetto dell’ambiente, sono sempre stati protagonisti dell’impegno di Coop, che ha partecipato attivamente anche a conquiste come quella della legge antispreco 166/2016, come ha ricordato Maria Chiara Gadda, prima firmataria del ddl. Perché al di là di tutto, Coop non è più solo un supermercato e ha da tempo scelto di essere prima di ogni altra cosa comunità.