LA “MISSION GREEN POSSIBLE” DI SAN LIDANO: “INVESTIRE SULLA FILIERA, NON LASCIARE SOLI I PRODUTTORI”

“Investire sulla filiera per individuare le strategie del prossimo futuro e rispondere agli effetti della crisi climatica: è un nostro dovere tracciare la strada e sostenere la produzione primaria. E’ fondamentale attivarci per non lasciare soli i produttori perché questo potrebbe significare in prospettiva anche perderli. Oggi il ministero si chiama “della Sovranità Alimentare e del Made in Italy” ma se al di là delle etichette non si agirà a livello sistemico, l’agroalimentare avrà grossi problemi. Alcune cooperative stanno cercando di risolvere intervenendo in favore dei soci, operando per agevolare gli investimenti ad esempio, ma a livello nazionale non c’è niente del genere. Tutti parlano del made in Italy ma senza i produttori non si va da nessuna parte”.

Con un occhio al passato e uno al futuro: così Giulio Benvenuti, Direttore della qualità della cooperativa San Lidano, getta il cuore oltre l’ostacolo e si proietta verso una nuova sfida che dovrà mettere al centro l’agricoltore e i suoi problemi.

Alle spalle, già cinque anni di lavoro in anticipo sui tempi per rendere sempre più sostenibile la produzione di 80mila tonnellate di ortofrutticoli freschi e destinati alla IV gamma dell’impresa che ha un valore della produzione pari a 90 milioni di euro e segna un + 5 milioni di euro ogni anno.

Agire preventivamente è azione necessaria alla resilienza, alla capacità di adattamento e all’etica dell’impresa quanto alla sua competitività. Per questo le parole chiave rilanciate dal PNRR, sono in realtà obiettivi fissati dagli indicatori di performance nel Report di sostenibilità della San Lidano sin dal 2017.
Riduzione del consumo dell’acqua del 60-70%, ottimizzazione dei consumi energetici, creazione di un impianto con pannelli fotovoltaici, uso razionale di scarti ed eccedenze, riduzione delle contaminazioni: tutto questo rientra già in un meccanismo di sostenibilità avviato spontaneamente dalla cooperativa, prima azienda di IV gamma al mondo a conseguire la certificazione di Responsabilità Sociale BRC-ETRS per il commercio etico e l’approvvigionamento responsabile e non ultima a sostenere gli audit di responsabilità sociale grazie alla certificazione Global G.A.P.

L’urgenza di queste azioni si rende ogni anno più evidente e nel 2022, per la prima volta, la San Lidano si è dovuta rivolgere a fornitori terzi a causa di una produzione in calo del 20% dovuta al clima.Si tratta di un campanello di allarme importante perché la crescita della nostra azienda potrebbe trovare un limite proprio nel calo della produzione” dice Benvenuti, Direttore della qualità di una azienda che nella sola Sezze ha uno stabilimento che copre 40mila mq, e che da tempo si è ampliata con una sede in provincia di Bergamo e un’altra in provincia di Latina, a Pontinia.

Il cambiamento climatico e gli eventi estremi sempre più frequenti hanno avuto un forte impatto sul prodotto della IV gamma che per definizione deve garantire la catena del freddo – aggiunge Benvenuti-. Questa situazione sta esasperando i produttori e creando sempre maggiore incertezza sulle produzioni. Diventa sempre più difficile, tra l’altro, trovare partner che possano effettuare test per sementi che possano resistere a condizioni climatiche sempre più difficili”.

E commenta: “Bisogna essere realisti, non si può non constatare che tutto il mondo agricolo è in sofferenza. C’è stato un calo vertiginoso e credo si sia arrivati al dimezzamento delle aziende agricole attive– continua-. Ora il piccolo coltivatore diretto fa i conti da imprenditore e se è più redditizio degli spinaci produrre cereali come soia, mais, grano, sorgo, sulla scia della crisi ucraina, allora è facile che il profilo dell’agricoltura locale cambi anche rapidamente”.

“Il settore della IV gamma è cresciuto a ritmi importanti dal 2010 al 2020 e questo ha fatto sì che aumentassero insieme alla concorrenza anche i consumi – chiarisce Benvenuti-. Adesso ci sono costi crescenti in materia di energia, imballaggio, e per questo ora il nostro sta diventando un settore in sofferenza – spiega il Direttore della qualità della San Lidano-. L’unico modo di uscirne è l’efficientamento dei processi perché non si può pensare di pagare meno la materia prima ai produttori, né il servizio a coloro che si occupano del trasporto o dell’imballaggio. L’unico margine di azione è sull’organizzazione”.

E conclude dicendo: “Per rispondere a un contesto che diventa sempre più difficile e per uscire dall’isolamento, il singolo produttore deve comprendere di più il valore della partecipazione e superare una certa resistenza che vi è nell’Agro Pontino alla forma associativa. Per questo per noi sarà importante insistere sulla possibilità di diventare soci della cooperativa e di esserne soggetti attivi e partecipativi”.

“E’ vero, il mondo agricolo è agli albori di una rivoluzione epocale dettata dai cambiamenti climatici e dai mercati sempre più volubili a causa di eventi straordinari come la guerra. Il nodo è l’efficientamento dei processi che hanno necessità di performance organizzative sempre più elevate e strutturate e nella valorizzazione dei principi cooperativi come la partecipazione- commenta Daniele Del Monaco, neoresponsabile del settore Agroalimentare di Legacoop Lazio -. Compito di Legacoop deve essere quello di coniugare i valori della prossimità territoriale cooperativa con quelli delle reti di impresa orizzontali e verticali. Insieme sono sicuro che affronteremo al meglio sia le emergenze che le sfide del futuro”.