Legacoop Cultura&Media: le cooperative di produzione culturale di Legacoop chiedono reintegro del FUS almeno ai livelli del 2008; in caso contrario, molte imprese saranno costrette a chiudere entro l’estate

Roma, 1 febbraio 2011 – Le cooperative di produzione culturale di Legacoop, riunite in assemblea, denunciano con forza lo stato di gravissimo disagio in cui versano i cooperatori del teatro e del cinema. I tagli che sono stati introdotti su un ammontare di risorse che è scemato in consistenza e in valore in modo inaccettabile in tutti questi anni, pregiudicano la sopravvivenza del sistema di produzione culturale del paese. La cooperazione ritiene che sia inaccettabile che la  sola parte della spesa pubblica allargata penalizzata sia quella destinata alla cultura ad e alla ricerca, perché questo vuole dire pregiudicare non solo una quota significativa del Pil, ma il futuro del paese.

Senza cultura non c’è innovazione per un’economia di qualità e non c’è democrazia per il paese.

Le cooperative di produzione culturale aderenti a Legacoop chiedono che in sede di conversione del Milleproroghe venga reintegrato il FUS almeno alla consistenza del 2008, sottolineando che, in caso contrario, le imprese non sono in grado di arrivare all’estate e che i soli costi dei sussidi di disoccupazione che deriveranno dalla chiusura delle cooperative e delle altre imprese del settore sono varie volte superiori a quanto si presume di voler risparmiare.

Altra richiesta quella di prorogare per almeno tre anni il tax credit e il tax shelter e di estenderlo a tutti i settori della cultura, soprattutto se realmente si crede che si debba favorire il progressivo coinvolgimento dei privati in questo campo.

Le cooperative di produzione culturale di Legacoop chiedono, inoltre, di essere considerate, come tutti i produttori di contenuti, un’industria che ha cicli di produzione e modelli di investimento che non sono affidabili all’aleatorietà e alla discrezionalità del momento o dell’erogatore: la precarietà che si sta introducendo è una precondizione inaccettabile, perché determina una sudditanza degli operatori dall’Amministrazione Pubblica e dalla Politica ed una perdita netta di autonomia creativa e realizzativa.

Le cooperative di produzione culturale denunciano questa  politica di tagli come un’inaccettabile strategia di riduzione degli spazi del pluralismo nell’informazione e nella produzione culturale, che lede le libertà garantite dagli articoli 9, 21, e 33 della Costituzione; condividono, infine, le posizioni a sostegno della cultura, da far inserire inderogabilmente nel “decreto milleproproghe”, assunte all’unanimità nelle scorse settimane dalla Commissione Cultura della Conferenza delle  Regioni,  anche in relazione al necessario ruolo che la cultura deve poter ottenere all’interno della discussione relativa al “federalismo”.

L’Assemblea ha dato mandato al coordinamento dell’Area cultura e media di Legacoop di promuovere e aderire a tutte le iniziative di lotta che insieme con il mondo dell’informazione, della formazione e della ricerca saranno promosse e di ricercare tutte le alleanze con le altre organizzazioni degli Enti Locali e dell’imprenditoria pubblica e privata che opera nel campo della cultura e dei beni culturali per appoggiare gli emendamenti che in sede parlamentare saranno presentati a modifica del Milleproroghe.