RICERCA SULLA DIGITALIZZAZIONE COOPERATIVA: PMI LE PIÙ INNOVATIVE

Le imprese troppo piccole non possono innovarsi? Si tratta di un falso mito, smentito dall’ultima ricerca dell’Area Studi Legacoop sul grado di digitalizzazione delle Cooperative.
Il tema della dimensione ci dice che nella piccola impresa c’è una propensione all’innovazione di livello identico, se non superiore, a quello dell’impresa medio-grande“. Ad evidenziarlo è stato Giancarlo Ferrari, Presidente della Fondazione PICO, che intervenendo alla presentazione della ricerca ha posto l’accento anche su un dato generazionale: la PMI in fase di startup ha “un approccio imprenditoriale più innovativo, che vede la trasformazione digitale in maniera differente rispetto alla media delle nostre imprese“.
A confermarlo è anche una precedente ricerca dell’Area Studi, la congiunturale del 2021, da cui è risultato che, come ha precisato il Presidente dell’Area Studi, Mattia Granata: “Le nostre imprese più piccole stanno pianificando investimenti nel digitale, in media da circa 8.000 €“.
Le PMI, dunque, “a volte rispondono prima al processo di digitalizzazione rispetto alle più grosse, essendo più snelle“, come ha rimarcato Paola Girdinio, Presidente del Centro di Competenza Start 4.0 e componente del Comitato Scientifico di PICO.
Ad emergere dalla ricerca, tuttavia, sono “dei chiari e degli scuri” nel senso che, secondo il Presidente di Legacoop Nazionale, Mauro Lusetti: “La transizione digitale è tale in tutti i suoi aspetti, perché abbiamo una parte del nostro mondo che l’ha interpretata in maniera puntuale, precisa, corretta e un’altra parte, invece, nella quale si evidenziano ritardi dal punto di vista tecnologico, organizzativo e culturale“.
Per Ferrari, “Lavorare molto su una nuova cultura imprenditoriale delle nostre imprese” è proprio ciò su cui sono impegnate sia la Fondazione PICO che Legacoop, poiché i lati negativi in realtà “sono degli spazi di sviluppo per le attività e le politiche associative che devono sostenere la transizione digitale” (Granata). Riflettere sui numeri della ricerca diventa quindi “molto importante, in quanto – ha ricordato Lusetti – da essi discendono alcune conferme rispetto a scelte fatte in tempi non sospetti con la messa in campo della Fondazione PICO e altre, più recenti, come il protocollo di intesa sottoscritto da Alleanza delle Cooperative con Google.org per sostenere con 3,5 milioni di euro la trasformazione digitale delle Cooperative più in difficoltà“.
Un tema che dobbiamo affrontare come Associazione, per cercare di supportare questa trasformazione culturale – ha dichiarato Simone Gamberini, Direttore Generale di Coopfond – è la promozione e lo sviluppo di competenze digitali; oggi sono quelle che mancano all’interno delle nostre imprese, piccole e grandi. Si tratta di uno dei terreni sui quali vorremmo ragionare, insieme alla Fondazione PICO, con azioni che il fondo mutualistico Coopfond può supportare“.
Paradossalmente – ha confermato Aldo Tognetti, Presidente di Genera – più l’impresa Cooperativa è grande e meno ci sono queste competenze” nonostante la transizione digitale sia “fondamentale per competere sul mercato“, motivo per cui con Genera, “per quanto riguarda il nostro piccolo fondo di investimento, siamo a disposizione delle Cooperative che vogliono tentare strade innovative“.
Cambiare il mindset e l’approccio culturale” è importante, in definitiva, perché “usare la tecnologia fine a sé stessa può essere anche molto rischioso“, ha concluso Girdinio.
Tra i temi fondamentali che la stessa ricerca non ha toccato, ad esempio, vi è la sicurezza informatica: “La piccola impresa mediamente è convinta di essere immune al problema dei cyberattacchi, ma non è vero: nel 2021 sono state attaccate 4 imprese su 5“. Si tratta di un problema su cui è necessario “sensibilizzare le PMI“, visto e considerato che solo l’anno scorso la mancata cybersecurity “è costata all’economia mondiale il 6% del PIL“. Proprio la cybersicurezza e la privacy sono stati i temi al centro dell’ultimo webinar della Fondazione PICO.
L’analisi è stata condotta grazie a una collaborazione dell’Area Studi con l’Istat, che ha messo a disposizione di Legacoop un questionario che lo stesso Istituto utilizzerà per misurare sul piano nazionale l’evoluzione della transizione digitale di tutte le imprese italiane; i dati raccolti sulle Cooperative potranno dunque essere confrontati con le analisi che saranno svolte dall’Istat.
Intenzione dell’Area Studi, inoltre, è quella di continuare a realizzare la stessa analisi di anno in anno, di modo da poter valutare nel tempo come evolverà il processo della trasformazione digitale cooperativa, monitorando al contempo i risultati delle azioni che verranno messe in campo da Legacoop e dalla Fondazione PICO per supportare le imprese in questa fase di transizione.
La ricerca completa “Rilevazione sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) nelle Cooperative aderenti” è stata realizzata grazie al supporto di Coopfond, Genera e Ipsos ed è disponibile sul sito dell’Area Studi Legacoop.