SAN LIDANO: INVESTIMENTI E INNOVAZIONE PER UN 2013 DA 30 (milioni) E LODE

 

Roma, 2 gennaio- Non solo crisi. Il 2013 è stato un anno di crescita economica per la cooperativa agricola “San Lidano”- dal 1997 tra le aziende leader nella produzione di ortaggi freschi di I e IV gamma.

Dopo quindici anni di continua ascesa,  nell’ultimo biennio il settore della IV gamma ha registrato la prima lieve oscillazione verso il basso. La San Lidano, però, ha risposto agli effetti della crisi continuando ad investire con ottimismo nel futuro e triplicando la superficie dello stabilimento di Sezze.In provincia di Latina, infatti, con il pieno sostegno dell’associazione di settore Legacoop Agroalimentare Lazio, quest’anno è stata implementata una sede che ora conta ben 13.000 metri quadri di superficie. Si tratta di un centro tecnologico che consente alla San Lidano di eccellere nella filiera corta, nella sanificazione e nell’individuazione dei corpi estranei. I risultati non si sono fatti attendere: quasi 30milioni euro di fatturato. E, nel 2014, sono previsti importanti investimenti sulla commercializzazione di prodotti dell’Agro pontino: in particolare angurie, lattughe, zucchine e pomodori. 

 

La continua espansione operata all’interno della distribuzione italiana ha assorbito pressoché l’intera produzione aziendale, ma in futuro non si esclude la possibilità di sondare anche il canale dell’esportazione.

Quello che quindici anni fa  era nato come un mercato di nicchia, oggi è diventato uno tra i più importanti. Anche se negli ultimi due anni qualche insegna ha registrato un momento di stallo, si può dire senza alcuna esitazione che nel 2013 la San Lidano abbia registrato un trend molto positivo”.

Così, Matteo Testa, Direttore delle Vendite, racconta quella che si può definire una insolita storia di resistenza e tenuta economica prodotta dall’innovazione cooperativa made in Italy.

“In un periodo di recessione e in assoluta controtendenza, la San Lidano ha investito nelle strutture. Il mercato ci ha dato ragione: il trend è rimasto a doppia cifra. Quasi 30milioni di fatturato. A Sezze, la San Lidano ha introdotto una novità assoluta: un laboratorio sensoriale – indispensabile per effettuare un’analisi obiettiva e misurabile della qualità e del gusto del prodotto- ha detto-. Noi non investiamo solo sul packaging, focalizziamo anche sul gusto. Per questo stiamo formando degli esperti grazie a corsi universitari volti a sviluppare nei giovani le competenze necessarie alla valutazione della qualità del prodotto”.

Si punta, poi, sulla sicurezza alimentare. Pavimentazioni antibatteriche,  sanificazione con biossido di cloro, selettori ottici con camera laser contro i corpi estranei, areazione a pressurizzazione contro le polveri sottili, un laboratorio microbiologico: innovazioni che consentono alla San Lidano di essere competitiva sul mercato italiano ed europeo. “Siamo una realtà leader nel nostro territorio che opera a livello nazionale e- anche se in misura minore- internazionale- spiega Testa-. Siamo per ora tra i pochi a non configurare l’esportazione come un’esigenza obbligatoria di sbocco, ma questo non significa che non sia una prospettiva futuribile. Per il momento, abbiamo solo progetti pilota in Europa che rappresentano il 5% del fatturato”- spiega Testa.

Il 2013 è stato un anno in cui si è molto puntato sulla comunicazione. “Abbiamo investito sul marketing. Campagne pubblicitarie, affissioni, pubblicità in radio- racconta Testa-. E poi, anche cinquanta autobus nel Lazio hanno promosso il marchio Orti laziali- certificato da CSQA, che tiene in considerazione tre valori indispensabili per la sostenibilità del prodotto: sostenibilità economica, ambientale e sociale”.

 

I propositi per il nuovo anno? Il direttore delle vendite della San Lidano ci ha detto: “per il 2014 sono state messe a budget importanti risorse per rendere ulteriormente performante l’intera filiera produttiva e distributiva. E ancora: investimenti focalizzati sulla comunicazione relativa ai marchi – “OrtoPronto” e “Orti laziali. Svilupperemo ulteriormente i rapporti commerciali con gran parte delle primarie insegne nazionali e cercheremo di “attirarne” di nuove”.