A MANO LIBERA. DONNE TRA PRIGIONI E LIBERTÀ

Un dialogo a distanza tra donne (detenute e no) sulle prigioni, che limitano o condizionano corpi e desideri. Pagine vive che comunicano una progettualità densa di speranza, la riconquista di sé e di una positiva autodeterminazione. Della detenzione femminile si parla poco: l’intento del libro è farla conoscere nelle sue specificità e molteplici sfaccettature.
Maturata negli incontri settimanali tenuti nella Casa circondariale femminile di Rebibbia (Roma, novembre 2016/maggio 2017) con il laboratorio “A mano libera, dentro e fuori”, la pubblicazione raccoglie i testi scritti dalle detenute e vi unisce alcune riflessioni di non detenute sempre sul tema della libertà e delle prigioni.
Siamo consapevoli delle differenze che ci sono tra chi ha avuto destini tanto diversi – spiegano le curatrici – ma pensiamo che l’essere donne ci accomuni molto più di quanto si immagini. Vogliamo anche sollecitare uno scambio tra il dentro e il fuori per far conoscere la detenzione delle donne e la complessità delle circostanze che le portano in carcere”.
Come osserva la direttrice del carcere Ida Del Grosso, nell’intervista pubblicata nel libro, a causare i reati tra le donne c’è spesso la dipendenza da una relazione affettiva violenta o comunque non paritaria. Ecco, quindi, che la consonanza tra sconosciute e l’incontro con la storia delle conquiste delle donne può offrire qualche spunto di riflessione, ulteriore strumento utile a decodificare percorsi di vita difficili e dolorosi. Perché anche il carcere è un’istituzione costruita su un unico modello, quello maschile, che poco considera le diversità di genere.
Il laboratorio nel carcere femminile di Rebibbia si tiene da tre anni ed è un’iniziativa di volontariato che il periodico NOIDONNE e l’associazione Noidonne TrePuntoZero propone (alla Direzione e alle detenute) come spazio libero di incontro tra donne, dedicato alla ricerca condivisa dei possibili sguardi di genere sui fatti del giorno e sui temi di attualità.
Nelle pagine, articolate in brevi capitoli con titoli evocativi (Del tempo, Della solitudine, Delle prigioni interiori e del buono in carcere, citandone alcuni) si susseguono e si mescolano i testi. Il risultato è un coro femminile di “voci potenti che raccontano di drammi ignoti” scrive Agnese Malatesta nella prefazione, testi che “esprimono vitalità e riscatto personale”. Un racconto, corale, intessuto di sofferenze e speranze, intonato sulle note di una positiva presa di coscienza di sé e del valore come persone.

*Il libro è edito dalla Cooperativa Libera Stampa, storica editrice della rivista “NOIDONNE”, ed è diffuso in modo autonomo con un contributo indicato di 10 euro, importo finalizzato anche a sostenerne la distribuzione gratuita alle detenute e nelle biblioteche presenti negli istituti di pena. Il ricavato delle vendite è destinato, inoltre, a sostenere la versione web del giornale che, dopo la sospensione delle edizioni cartacee a causa della pesante crisi dell’editoria, continua a fare informazione per e delle donne attraverso il sito www.noidonne.org e il settimanale on line diffuso gratuitamente. Informazioni e copie vanno richieste a redazione@noidonne.org o al cell 339 5364627.