ASSEMBLEA ALLEANZA: “LA COMPETIZIONE DIVORA SE STESSA, IL FUTURO E’ COOPERARE”

C’è bisogno di valori cooperativi”. Per entrare nella quarta rivoluzione industriale senza lasciare che divori se stessa. “Ci troviamo a dover giocare lo stesso ruolo, con diverse modalità, che abbiamo sempre avuto: contro le diseguaglianze, per la dignità delle persone, per costruire una via verso lo sviluppo solida e inclusiva”. Lo ha spiegato il presidente Mauro Lusetti, intervenendo all’Assemblea dell’Alleanza, in occasione della Giornata mondiale della Cooperazione.
Rispetto alle sfide che il mondo ha davanti – ha proseguito Lusetti – non possiamo non vedere una grande consonanza, ad esempio, tra i nostri valori e i 17 obiettivi che l’ONU ha dato al mondo per uno sviluppo sostenibile. E questo rende ancora più evidente una realtà di fondo: l’omologazione è il nostro vero nemico. Dobbiamo mantenere la nostra distintività valoriale, la nostra idea di società ed economia”. E farlo vuole dire cose concrete: “Vuol dire, ad esempio, anche in questa fase essere per l’accoglienza senza timori e tentennamenti”.
A oltre 160 anni dalla loro nascita – aveva detto Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza, aprendo i lavori – le cooperative sono una formula imprenditoriale attuale e insostituibile per la loro capacità di intercettare bisogni e offrire risposte: nel welfare, nella sanità, nel credito, nei servizi, nell’agroalimentare, nel consumo, nella vendita al dettaglio, nell’abitazione”. Una capacità che incrocia alcune evoluzioni del mercato e della società, come ha raccontato il portavoce di Asvis Enrico Giovannini, nell’intervento principale dell’Assemblea.
Nella dicotomia tra competizione e cooperazione – ha spiegato – è sempre più chiaro che la competizione finisce per divorare se stessa: quando io capisco che i miei alleati di oggi sono i miei potenziali competitor di domani, terrà solo per me le informazioni più importanti e strategicamente rilevanti e tutto ciò frena la stessa capacità innovativa delle imprese. Una dinamica analoga la stiamo vedendo in politica, con i partiti sempre più frammentati perché saltati i legami di fiducia ogni compagno di oggi può essere un ostacolo domani per raggiungere i miei personali obiettivi competitivi”.
Ma per uscire da questo schema occorre un cambiamento davvero profondo e difficile. è la sfida dello sviluppo sostenibile. “E lo sviluppo sostenibile – ha proseguito Giovannini – è ancor più sociale che ambientale. Non va da nessuna parte questo modello di una crescita puramente quantitativa, che aumenta i divari”. Le due dimensioni sono sempre più intrecciate: “Le ultime stime prevedono 250 milioni di migranti nei prossimi anni per motivi climatici” ha ricordato il portavoce di Asvis. E il cambiamento profondo è inevitabile.
Sta comunque cambiando tutto: l’OCSE racconta che il 45% lavori cambierà drasticamente, un 10% sarà addirittura automatizzato. Sta a noi decidere come direzionare questo cambiamento, che comunque avverrà, considerando che il gioco puramente competitivo è collassato. Non c’è alternativa a cooperare”. Ma a fronte di una sfida così alta spesso la nostra società, il mondo politico, si rivelano non all’altezza. “Si continua a parlare di bonus investimenti e uscita dall’euro, ma la sfida vera è altrove”.
Dobbiamo veleggiare verso “un nuovo modello di sviluppo, un’idea di Paese diverso”. E per farlo occorre dedicare tempo e attenzione a questa sfida: “Non possiamo – ha spiegato Giovannini – procedere di emergenza in emergenza, altrimenti rischiamo che a livello macro ci succeda quel che è successo con i filobus di Roma. Erano fatti per funzionare con l’elettricità, per rispondere all’emergenza trasporti li hanno messi in strada e fatti girare con il carburante finchè uno dopo l’altro i motori hanno iniziato a grippare, essendo nati per un altro uso”.
Dobbiamo occuparci delle cose importanti, non solo di quelle urgenti: il cambiamento si costruisce così” ha concluso Giovannini. Un assist ripreso da Lusetti nelle sue conclusioni: “Noi, le nostre imprese, siamo un’isola di democrazia diretta in un Paese in cui vince ormai l’astensione. Dobbiamo uscire dall’angolo e metterci in gioco fino in fondo, buttare in campo i nostri valori. Per questo nell’Esecutivo di fine luglio presenteremo un Manifesto per un buon governo del Paese, le nostre idee, le nostre proposte per sostenere un cambiamento ogni giorno più necessario”.

Visualizza l’approfondimento di Legacoop Informazioni sull’Assemblea del 28 giugno