Un team di terapisti lavora ogni giorno in équipe per offrire percorsi riabilitativi a bambini, adulti ed anziani che hanno patologie neurologiche, ortopediche, cardiologiche, oncologiche e respiratorie. “La forma cooperativistica è per noi una marcia in più perché è un’impresa senza fini di lucro, che reinveste le risorse per garantire ai soci la migliore qualità del lavoro e, allo stesso tempo, al territorio servizi riabilitativi di alto livello. In questo equilibrio tra benessere dei professionisti e cura delle persone sta la vera forza della nostra esperienza” ci spiega Gina Proietti, presidente e rappresentante legale della cooperativa C.A.R. E quando intervengono cambiamenti come quelli che la Regione Lazio ha introdotto, riducendo e non riconoscendo il necessario lavoro di organizzazione, programmazione, confronto e documentazione dell’équipe, una cooperativa reagisce con i soli strumenti che ha a disposizione: “attraverso una riorganizzazione interna e assumendoci parte di questo carico, per mantenere momenti di confronto tra professionisti e garantire comunque la qualità e l’appropriatezza dei percorsi riabilitativi” spiega la presidente.
Come, perché e ad opera di quali professionisti è nata la cooperativa C.A.R?
La nostra cooperativa è nata nel 1979 dall’iniziativa di tredici lavoratori, in prevalenza terapisti della riabilitazione che lavoravano in una scuola speciale a Montesacro. In quegli anni la sanità cambiava profondamente, con la chiusura delle scuole speciali e la nascita dei servizi riabilitativi territoriali. I soci fondatori allora decisero di unirsi per garantire continuità e qualità ai pazienti e, allo stesso tempo, tutele e stabilità ai lavoratori.
Perché la scelta di associarsi a Legacoop Lazio?
La forma cooperativistica fu una scelta naturale: democrazia interna, mutualità, condivisione delle responsabilità. L’adesione a Legacoop Lazio fu un passo coerente con questa visione. La C.A.R non voleva e non poteva coerentemente rimanere un’entità isolata, ma voleva far parte di una rete più ampia che rappresentasse e tutelasse le cooperative sociali, offrendoci supporto istituzionale e rafforzando la nostra identità.
Da allora la cooperativa ha affrontato tante sfide ma ha sempre continuato a crescere mantenendo i principi e lo spirito fondante e a fornire servizi di qualità alla committenza e agli utenti.
Di cosa si occupa oggi la cooperativa?
Oggi la C.A.R. offre servizi di riabilitazione in accreditamento con il Servizio Sanitario della Regione Lazio e in regime privato. Lavoriamo con bambini, adulti e anziani, sia in ambulatorio che a domicilio, per patologie neurologiche, ortopediche, cardiologiche, oncologiche e respiratorie.
I professionisti della cooperativa: sfide, difficoltà, soddisfazioni.
I nostri professionisti affrontano sfide quotidiane: la complessità clinica dei pazienti, l’aggiornamento continuo richiesto e le difficoltà organizzative legate alle nuove normative sulla presa in carico, che hanno reso il lavoro degli operatori più gravoso. Questo significa dover mantenere standard elevati di qualità nonostante tempi e risorse più limitati. Le difficoltà si sommano al carico emotivo che accompagna i percorsi lunghi e complessi, ma la soddisfazione di vedere i progressi dei pazienti resta la spinta più forte per tutti noi
I vostri utenti hanno tutti patologie complesse, cioè di natura multifattorile- alcuni hanno anche doppia patologia. Come si affrontano queste situazioni?
Essendo la C.A.R. un centro ex art. 26, i pazienti che accedono ai nostri servizi sono già per definizione casi complessi, secondo i requisiti stabiliti dalla normativa regionale. Questo rende ancora più importante il lavoro multidisciplinare: fisioterapisti, medici, logopedisti, psicologi e terapisti della neuropsicomotricità collaborano stabilmente per costruire percorsi personalizzati. Ogni progetto riabilitativo è discusso in équipe e aggiornato in base all’evoluzione clinica, perché solo l’integrazione delle competenze può dare risposte efficaci a bisogni così articolati.
Riabilitazione oncologica: C.A.R. è una pioniera nel Lazio.
Siamo stati tra i primi centri nel Lazio a occuparci di riabilitazione oncologica. È un campo che richiede grande delicatezza: i pazienti affrontano percorsi duri, interventi invasivi, trattamenti che lasciano segni profondi. La riabilitazione oncologica aiuta a recuperare funzionalità, a prevenire complicanze e, soprattutto, a ritrovare fiducia nel proprio corpo. È un lavoro tecnico ma anche profondamente umano, che ci rende orgogliosi.
Lavoro in team e i progetti riabilitativi individuali: ce ne parli.
Ogni progetto riabilitativo nasce da una valutazione iniziale multidisciplinare: medico, fisioterapista e, quando necessario, logopedista, psicologo o altri specialisti. Definiamo obiettivi concreti e condivisi con il paziente e la sua famiglia, monitoriamo i progressi e, se serve, adattiamo il percorso. Lavorare in team è fondamentale perché ci permette una presa in carico globale, che non guarda solo alla patologia ma sostiene la persona nel recupero delle abilità residue e nella ricerca della migliore qualità di vita possibile.
Qual è il ruolo del terapista nel parental coaching.
Il lavoro riabilitativo, in una presa in carico globale, non si limita al trattamento diretto del paziente: ha anche una funzione educativa. Il paziente stesso spesso deve modificare abitudini e stili di vita per recuperare e mantenere la migliore qualità di vita possibile; allo stesso tempo, familiari e caregiver hanno bisogno di essere guidati e sostenuti. In quest’ottica il parental coaching consente agli operatori dell’équipe riabilitativa di formare e accompagnare chi assiste il paziente, affinché possa supportarlo nelle attività quotidiane, favorire l’adozione di comportamenti adeguati e contribuire a prevenire complicanze o ricadute. In età evolutiva significa affiancare i genitori nel percorso del bambino, mentre negli adulti seguiti a domicilio significa dare strumenti concreti alle famiglie, che diventano parte attiva del processo riabilitativo.
Ci parli dell’organizzazione dell’équipe.
La C.A.R. accoglie pazienti sia in età evolutiva che in età adulta, con trattamenti ambulatoriali e domiciliari. In ambulatorio si lavora su problematiche specifiche: riabilitazione cardiologica, oncologica, respiratoria, del pavimento pelvico, percorsi dedicati a patologie neuromotorie come la malattia di Parkinson, interventi per pazienti con deterioramento cognitivo e programmi per adolescenti con scoliosi.
Le équipe sono composte da terapisti, medici specialisti (cardiologi, neurologi, fisiatri, ecc.), psicologi, neuropsichiatri infantili, neuropsicologi, logopedisti, nutrizionisti e altri professionisti a seconda dei casi. Ogni équipe lavora in stretta connessione, definendo insieme il percorso più adatto per il paziente e riunendosi periodicamente per aggiornamenti o rivalutazioni del programma terapeutico.
Le riunioni quindi sono momenti fondamentali per confrontarsi sui casi sui casi, condividere buone pratiche, cercare soluzioni comuni, cosi si rafforza il lavoro di squadra nel supportare e fornire il miglior servizio possibile ai nostri utenti e al territorio.
Sono intervenuti diversi cambiamenti normativi e vincoli regionali: come ha reagito la cooperativa?
Le nuove normative regionali hanno introdotto vincoli importanti, soprattutto rispetto alle attività senza la presenza diretta del paziente. Questo riduce il tempo a disposizione per programmazione, confronto e documentazione, che restano però fondamentali per la qualità del lavoro e l’efficacia del percorso riabilitativo.
Ogni trattamento richiede inoltre un forte supporto organizzativo – coordinamento, segreterie, accettazione e amministrazione – indispensabile per la continuità dei servizi, ma non adeguatamente riconosciuto dalle attuali normative e tariffe. Ne deriva un peso aggiuntivo per la cooperativa e per i professionisti, che devono sostenere un lavoro “dietro le quinte” essenziale ma poco visibile.
Come cooperativa abbiamo reagito con una riorganizzazione interna e assumendoci parte di questo carico, per mantenere momenti di confronto tra professionisti e garantire comunque la qualità e l’appropriatezza dei percorsi riabilitativi.
Le difficoltà quotidiane che affrontano gli operatori: come li sostiene la cooperativa?
I nostri operatori vivono quotidianamente la fatica fisica ed emotiva del lavoro, il carico dei casi complessi, la responsabilità di accompagnare persone fragili. La cooperativa li sostiene con formazione continua, politiche di welfare e soprattutto con momenti di condivisione clinica e umana. È così che cerchiamo di trasformare le difficoltà in una risorsa di crescita comune.