Il Presidente di Mediacoop scrive a Bonaiuti

dal sito Carta.org

L’auspicio di una rapida convocazione, rispettando l’impegno assunto in occasione dell’incontro del 5 agosto, per rendere noti gli orientamenti ed i possibili provvedimenti del governo a sostegno dell’editoria alle prese con una drammatica crisi; la richiesta di evitare la decimazione del sistema informativo ed un colpo durissimo al pluralismo con un provvedimento urgente che può essere realizzato non introducendo nuove imposizioni, ma con un’opera di pulizia, di correttezza, di trasparenza e di equilibrio fiscale.
Sono questi i punti al centro della lettera che Mediacoop, associazione nazionale delle cooperative editoriali e della Comunicazione, ha inviato a Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria, per chiedere un nuovo incontro che il sottosegretario si era impegnato a convocare entro il 15 settembre per dare un risposta alle valutazioni e alle proposte avanzate dall’associazione prima delle ferie estive.
Nella lettera, Mario Salani, presidente di Mediacoop, ricordando come i tempi dell’annunciato Ddl di riforma dell’editoria siano incompatibili con la drammaticità della situazione, sottolinea la necessità di adottare un provvedimento di urgenza «senza il quale oltre cento testate cooperative, non profit, di partito, edite e diffuse all’estero e tante aziende dell’emittenza locale sarebbero destinate a chiudere, con la perdita di oltre 4 mila posti di lavoro, tra giornalisti e poligrafici, conseguenze pesanti per gli enti di previdenza del settore ed un danno gravissimo al pluralismo dell’informazione». Il provvedimento di urgenza, secondo Mediacoop, dovrebbe ristabilire il diritto soggettivo, adeguare il Fondo editoria al fabbisogno, ripristinare gli incentivi all’emittenza locale ed ai giornali esteri, definire le nuove tariffe postali, equiparare l’Iva per i giornali online a quella prevista per la carta stampata.
Nella lettera viene anche ribadita la consapevolezza della necessità di ridurre, soprattutto in questa pesante fase congiunturale, lo sforzo finanziario che il paese sostiene per difendere il pluralismo delle fonti e dell’accesso e la necessità di garantire il rigore necessario nell’uso delle risorse pubbliche. «Una convinzione – sottolinea Salani – che ispira le proposte che Mediacoop suggerisce di inserire nel provvedimento di urgenza, rendendo così possibile l’avvio del processo di riforma».

Queste, in concreto, le misure proposte da Mediacoop: introdurre, in aggiunta agli attuali tetti previsti ai contributi in vigore, un altro legato al numero dei giornalisti [200 mila euro per giornalista] e poligrafici [80 mila euro per poligrafico] dipendenti, per garantire che le risorse pubbliche vengano destinate a testate che abbiano una effettiva consistenza informativa ed ottenere un risparmio per i conti dello Stato; ricondurre ad unicità il modello cooperativo, come definito dall’art. 6 della legge 416/81, ai fini dell’accesso ai contributi; introdurre un vincolo minimo relativo alla presenza in edicola che potrebbe essere definito nel 40 per cento per i quotidiani nazionali e nel 60 per cento per i quotidiani locali. Ciò al fine di evitare l’accesso ai contributi per i «fogli fantasma».
Per reperire, per il biennio 2011 e 2012, le risorse necessarie aggiuntive agli attuali stanziamenti di bilancio, secondo Mediacoop occorre che il provvedimento d’urgenza riconduca alle finalità originarie il Fondo editoria [rendendo disponibili per i contributi diretti altri 60 milioni]; apposti in bilancio i fondi di cui all’art.56 comma 2 della legge 99/ 2009; [70 milioni]; equipari l’Iva sui prodotti collaterali non editoriali, venduti in edicola, a quella prevista per i medesimi prodotti venduti nella rete commerciale ordinaria [60 milioni]; raddoppi la concessione governativa annuale per le emittenti televisive nazionali, considerando che il costo della concessione è sensibilmente inferiore rispetto a quello degli altri paesi e che il settore televisivo nazionale concentra la maggior parte delle risorse pubblicitarie [circa 50 milioni].