LA CENTRALITA’ DEL PROGETTO DI VITA PER UNA SCUOLA INCLUSIVA, LOCATELLI: “QUESTO E’ IL TEMPO DEL CAMBIAMENTO”

Il progetto di vita al centro del modello di scuola inclusiva: oggi a Palazzo Valentini l’incontro organizzato dalle tre centrali cooperative del Lazio (Legacoopsociali, Federsolidarietà e Agci imprese sociali) per fare il punto con tutti gli stakeholder e confrontarsi sui risultati ottenuti in questi primi anni di sperimentazione del modello OEPAC di Roma Capitale. “Un importante momento di discussione anche per ragionare su quali saranno i passi da fare per andare oltre gli obiettivi raggiunti e migliorare ulteriormente la qualità” ha chiarito Tiziana Biolghini, Consigliera delegata alle Politiche sociali della Città Metropolitana di Roma Capitale, che ha ospitato l’evento durante il quale si sono succeduti momenti di confronto sulle buone prassi a livello nazionale.

La cooperazione è uno dei pilastri di questo Paese. La qualità della vita di tutti dipende dal grado di raccordo che Istituzioni, Terzo settore e mondo privato riescono ad avere – ha premesso la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli-. Per questo dobbiamo immaginare insieme il progetto di vita come una presa in carico della persona: bisogna superare la logica delle prestazioni per rispondere ai bisogni del singolo bambino. Riusciremo a offrire un accompagnamento efficace e a fare un salto di qualità solo se sapremo tenere insieme gli aspetti sanitari con quelli sociali – ha continuato-. A differenza di altri Paesi, abbiamo superato il tema delle classi speciali. Abbiamo conquistato l’inclusione: ora dobbiamo saper valorizzare i talenti. Questo è il tempo del cambiamento: si può fare di più, anche guardando a quanto hanno fatto fino ad ora le cooperative che hanno creato posti di lavoro a tempo indeterminato per le persone con disabilità” ha concluso.

“In qualsiasi contesto il processo inclusivo è complesso e non può essere confinato ad un unico soggetto ma coinvolge più figure la cui collaborazione è condizione imprescindibile per la sua buona riuscita. L’esperienza che stiamo facendo a Roma è un esempio di sperimentazione di successo, da perfezionare con il coinvolgimento delle famiglie, dei sindacati, delle scuole, di tutta la comunità educante che si prende cura dei più fragili” ha commentato Anna Vettigli, responsabile Legacoopsociali Lazio, esprimendo un concetto poi ribadito anche dalla dirigente scolastica dell’ISISS A. Magarotto Isabella Pinto e dalla operatrice Elisabetta Bellisario. Le cooperative sociali, nel corso degli anni, hanno costruito un patrimonio di saperi, di strategie operative e di consapevolezza diffusa tra tutti gli operatori e hanno sviluppato specifiche modalità operative promuovendo una vera cultura dell’inclusione. “E’ così che è stato possibile far sì che le scuole si aprissero sempre di più al territorio e che le cooperative diventassero elemento di congiunzione utile a favorire il percorso di vita e di inclusione scolastica” ha chiarito Marco Olivieri, Responsabile Agci solidarietà Lazio.

Fondamentale per dar vita a un ecosistema favorevole all’inclusione è la giusta interpretazione del ruolo della cooperazione sociale da parte di tutti gli stakeholder. “Non siamo meri esecutori di servizi ma attori di prossimità che meritano di sedere al tavolo con la P.A. in qualità di soggetto partner e non di gestore” ha commentato Luciano Pantarotto, responsabile Confcooperative Federsolidarietà Lazio. “La soluzione alle annose questioni che ancora permangono non deve risolversi in una internalizzazione ma bisogna fare uno sforzo per mettere a frutto l’esperienza di tutti, impegnando più risorse per riprogettare i servizi rivolti agli alunni con disabilità affinchè possano usufruirne anche nei momenti di interruzione scolastica” ha spiegato Antonella Garganese della cooperativa Di Vittorio.

A Roma abbiamo scelto di rivoluzionare il servizio un anno e mezzo fa. Il meccanismo dell’accreditamento ci ha consentito un maggiore protagonismo delle famiglie che sono state in grado di scegliere da chi ricevere il servizio e hanno usufruito di una modalità organizzativa che ha portato nelle scuole un meccanismo di programmazione e co progettazione che ha reso sempre più sinergica l’azione tra tutti gli attori. Il risultato è stato un modello che si è dimostrato più efficace e che ha portato a un netto miglioramento” ha dichiarato Claudia Pratelli, assessore alla Scuola di Roma Capitale.

“Credo che si debba valorizzare il regolamento OEPAC di Roma Capitale, per quanto costoso in quanto coinvolge diecimila bambini, come modello innovativo che ha reso l’alunno il fulcro attorno al quale dover far ruotare tutti gli interventi e ha consentito ai bambini e alle bambine disabili di partecipare alle gite insieme ai coetanei e di non vedersi costretti a parteciparare a laboratori speciali” ha commentato Carla Fermariello, Presidente XI Commissione Scuola di Roma Capitale che durante l’evento ha chiesto maggiori risorse.

Alla fine di questo primo anno di lavoro l’esperienza che portiamo a casa è quella di una realtà in cui nessun bambino è entrato in aula senza avere accanto la figura dell’operatore – ha testimoniato Mariella Tarquini, Presidente della Consulta permanente sui problemi della Disabilità e dell’Handicap Municipio VIII di Roma Capitale-. Noi siamo sentinelle dei territori e possiamo dire che non è arrivata nemmeno una famiglia a dire che questa figura è stata assente. Rappresentiamo un modello virtuoso di scuola: l’assistente alla comunicazione, figura di riferimento unica, è un modello da portare in tutte le scuole d’Italia” ha concluso.

Non è mancato un confronto con le buone prassi nelle altre regioni. Dopo la presentazione dell’esperienza di formazione, accompagnamento scolastico e inserimento lavorativo per giovani con disabilità della cooperativa emiliana Il Bettolino riassunta dalla presidente Francesca Benelli, è intervenuta Valeria Marziali, Direttore generale Istruzione, Formazione, Lavoro della Regione Lombardia, per presentare un modello che ha soddisfatto l’89% di beneficiari in più dal 2018 al 2023 grazie alla copertura dei bisogni di spesa al 100% della Regione Lombardia.

“La spesa è notevole e i Comuni della Lombardia devono coprire con risorse proprie il 36% delle risorse necessarie – ha spiegato-. C’era un problema di carenza strutturale degli educatori e degli assistenti ma su imput delle cooperative abbiamo dato vita a un lavoro di rete che ha portato alla riscrittura di nuove linee guida per il profilo dell’educatore, figura non più di carattere solo assistenziale ma anche di carattere educativo, che ha richiesto anche un salto di livello e un aumento dei titoli di studio necessari per prestare questo lavoro. Inoltre, se l’alunno si assenta per dieci giorni l’assistente è comunque obbligato a essere presente a scuola e a svolgere altre attività e se la malattia si protrae oltre i dieci giorni dovrà trasferirsi a domicilio”.

“Una classe inclusiva significa una classe rispettosa che non lascia nessuno escluso, indietro e marginalizzato. A tal fine è importante coinvolgere le famiglie nel processo educativo. Il ministro Giuseppe Valditara sta lavorando alacremente per colmare la mancanza di insegnanti di sostegno e noi come Regione Lazio abbiamo compiuto un passo fondamentale: l’istituzione della figura del garante dei disabili che è stata votata all’unanimità” ha concluso Massimiliano Maselli, Assessore ai Servizi soociali, Disabilità, Terzo settore, Servizi alla persona della Regione Lazio.