TG2 Medicina 33: “PERCEPIRE L’INVISIBILE”, CORTO DI AELLE IL PUNTO

Perdere il lavoro e diventare improvvisamente invisibile. Muoversi senza volto in un pigiama, emblema della paura di sentirsi fuori luogo e senza difese di fronte gli occhi giudicanti della gente.
Essere per tutti soltanto un buffo pois viola, espressione e metafora di un incubo ricorrente nell’esperienza di tanti che sognano la notte di andare in ufficio in pantofole e dimenticare le scarpe, ma anche dell’incapacità di tornare alla vita in società. Sbilanciarsi nello slancio verso la scoperta della propria identità professionale, alla ricerca frenetica di un lavoro, per poi scoprire che a salvare è l’amore, unica vera risorsa per uscire dall’invisibilità cui costringe la malattia mentale, ma anche la capacità di riconoscere i propri problemi nell’altro e capire che non si è soli.

E’ questo il fil rouge che collega la sceneggiatura del corto “Percepire l’invisibile”, scritta da un gruppo di ospiti del centro diurno “Antonino Di Giorgio” dell’ASL Roma 1, attività gestita dalla cooperativa Aelle Il Punto, presieduta da Antonietta Loscalzo, che negli anni della pandemia ha ideato un percorso di formazione e crescita che dalla scrittura creativa ha portato a sperimentare tecniche di sceneggiatura e di regia con Matteo Martone e Tino Franco, in collaborazione con l’associazione Nel Blue Studios e grazie al contributo di tanti, tra i quali si citano Giuseppe Ducci, direttore del Dip. Salute mentale, Tiziana Lorini, primario UOC XV, Francesca Itto, resp. del centro diurno, etc…

Protagonista di un servizio televisivo andato in onda su Tg2 Medicina 33 nella Giornata mondiale della Salute mentale, questa esperienza prima di tutto umana e formativa ha avuto come obiettivo principale la riabilitazione e la risocializzazione, perché la cooperativa Aelle Il Punto, aderente a Legacoop Lazio, opera quotidianamente con un importante fine: reinserire nel tessuto sociale gli utenti.

“Per questo, dai laboratori di tessitura e cinema fino alle attività riabilitative più tecniche che riguardano la psicologia, ci impegniamo perché gli utenti con malattia mentale anche grave possano essere reinseriti nel tessuto sociale. Per fare ciò, lavoriamo in team con diverse associazioni di quartiere e altre coop. di tipo B con cui riusciamo a offrire loro percorsi preformativi” racconta James Franco, operatore della cooperativa e tecnico della psicologia.

Gli autori della sceneggiatura hanno “tenuto a scrivere su due aspetti fondamentali: da un lato l’amore, perché è una delle difficoltà più grandi per chi ha una malattia mentale, dall’altro il lavoro, perché per i nostri utenti riuscire a trovarne uno è difficile e spesso chi lo ha finisce per perderlo” continua Franco.

Sempre presente, lo stigma, rappresentato da un cambio repentino tra la condizione di chi subisce il verbo avere e di chi invece il verbo essere. “Noi abbiamo. Loro sono. Noi abbiamo il raffreddore, il mal di testa… Loro sono lo schizofrenico, etc…” ricorda James Franco. Girato negli anni della pandemia, il corto è stato realizzato in un momento delicato in cui gli utenti non potevano più partecipare ai cineforum organizzati dalla cooperativa nelle sale dei cinema. E’ stato interamente girato negli studios a causa dell’impossibilità di poter uscire e molte scene sono state realizzate con il green screen.

Nell’anno successivo alla pubblicazione del corto “Percepire l’invisibile”, la cooperativa ha partecipato con il film “Sofie abbraccia il mondo”, vincendo un riconoscimento importante al Premio Book Ciak Azione durante la preapertura del Cinema di Venezia, dedicato al tema della pace perché nato nei mesi bui della guerra tra Russia e Ucraina.

Ora, la cooperativa sta lavorando per dare vita a un laboratorio che abbia come obiettivo quello di insegnare le tecniche di ripresa e regia agli utenti dei centri diurni.