ASTER COOP, PMI, RICERCA E DIGITALIZZAZIONE: “CAVALCARE ORA IL DORSO DELLA TIGRE”

Non è un cliché: il trinomio ricerca, innovazione digitale e impresa in Italia è quasi del tutto sconosciuto, soprattutto tra le piccole e medie imprese. Ancora in gran parte inesplorato il campo della trasformazione digitale.

“Secondo i dati dell’Osservatorio innovazione digitale, le pmi sono quelle che hanno il quoziente di innovazione più basso”. Luca Reitano, esperto di innovazione e trasformazione digitale di Aster coop, durante la nostra intervista fa riferimento a dati scoraggianti: delle 220mila pmi italiane, si stima che il 47% abbia un approccio scarso o restio alla digitalizzazione. Una percentuale che è intuibile che riguardi anche le pmi del mondo cooperativo e che rende il digitale una urgenza assoluta, soprattutto per chi ancora deve iniziare a fare i primi passi.

Il gap da colmare è vertiginoso. “Anche se ci sono stime positive legate al fenomeno del Covid che ha spinto diverse realtà ad adottare le tecnologie digitali, come nel caso della scuola – commenta Reitano-. E poi oggi non c’è piccolo ristoratore che non abbia il food delivery o che non si ponga il problema dell’e-commerce. C’è dunque una maggiore consapevolezza della necessità che il processo di trasformazione vada accelerato. Siamo però troppo indietro rispetto al resto d’Europa”.

Reitano fa parte della prima startup dell’Università Sapienza di Roma a scegliere la forma cooperativa. Oggi è entrata di buon diritto nell’impresa rete Linum, insieme alle cooperative Mediterranei e Speha Fresia. Con il coordinamento di Legacoop Lazio, gestiranno il Nodo territoriale della Fondazione Pico nella regione e avranno come obiettivo quello di favorire l’avvio di iniziative ad elevato contenuto tecnologico tra le pmi cooperative, anche per lo sfruttamento dei risultati della ricerca scientifica. Mission, quest’ultima, inserita nello statuto di Aster coop.

Non si dovranno limitare esclusivamente a stimolare progettualità legate al digitale e a creare un asse tra università, ricerca e change makers digitali, ma soprattutto a partecipare a un processo il cui esito sarà fondamentale: quello che vedrà i valori cooperativi storici confrontarsi con una dimensione che necessita di essere illuminata da una visione democratica e pluralista.

“Declinare i valori cooperativi con quelli dell’uso dei big data e del trattamento dei dati, ad esempio, è una sfida complicata e difficile ma deve essere vinta perché ci sono già grandi player che la fanno da padrone” ammette Reitano, che fa parte della cooperativa presieduta da Vincenzo Patierno.

Più si andrà avanti e più si rivelerà un processo difficile, soprattutto in determinati ambiti. Perché se da una parte c’è un tessuto imprenditoriale che fatica a muoversi celermente verso il digitale, dall’altra gli scenari che le tecnologie stanno aprendo sono sempre più spinti oltre il limite della realtà. “Il tema è di per sé inquietante perché i computer quantici nel futuro prefigurano un mondo dove non saremo l’unica specie intelligente e, sempre in una ottica futuristica, si stanno evolvendo in forme di autocoscienza più o meno mediate: si riconoscono gli uni con gli altri, riconosceranno le nostre espressioni emotive, avranno un alto grado di indipendenza e un pezzo di autocoscienza. Come sempre l’immaginario anticipa i fenomeni, come nei film sui robot” ci dice Reitano, rispondendo a una nostra domanda provocatoria.

“La mia impressione è che tu non blocchi la tecnologia: l’idea è capire come cavalcare il dorso della tigre– chiarisce caustico-. Le tecnologie sono quello. E’ una sfida, un orizzonte, e lì l’homo sapiens avrà il monopolio dell’intelligenza su questo pianeta. Dobbiamo attrezzarci a queste sfide. Le tecnologie di per sé non sono cooperative o non cooperative, spetta a noi facilitare un approccio alle tecnologie che non sia selvaggiamente capitalistico o legato al profitto”.

E per spiegare il ruolo positivo che la digitalizzazione potrà avere in ambito cooperativo cita un esempio: la progettualità legata al bando Borghi per la crescita sociale ed economica dei piccoli centri in cui l’innovazione tecnologica è al servizio delle comunità: “si tratta di un territorio in cui le cooperative hanno già di per sé una marcia in più” dice Reitano.

A breve e medio termine, l’obiettivo è semplice. “Il tema qui è come creare network virtuosi in questo Paese- chiarisce -. Quello che anche con la progettazione europea si sta cercando di fare è costruire alleanze per la conoscenza in cui l’università fa il suo proprio mestiere e le pmi provano a innovare. Si tratta di mettere i due pezzi insieme per creare un unico sistema complesso al servizio dell’innovazione”.

E da oggi nel Lazio, grazie alla costituzione del Nodo territoriale PICO, sarà possibile avere a disposizione un asse strategico per la digitalizzazione delle pmi cooperative. “Per innovare occorre pazienza, tenacia e motivazione ma soprattutto visione- conclude Reitano-. Sono quattro parole senza le quali non si può andare lontano”. Il primo passo per far parte di questa rivoluzione, oggi, è iscriversi alla piattaforma PICO.

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